Presentazione

Questo spazio, amici lettori, è dedicato a voi.


Nato inizialmente per presentare al pubblico il mio primo romanzo, La signora del borgo
, il blog ha registrato subito le prime recensioni dei lettori e si è arricchito successivamente di molti altri argomenti che non erano soltanto quelli relativi ai temi trattati nel romanzo. Col trascorrere del tempo il blog si è caratterizzato sempre più come uno spazio multitematico, riempito soprattutto dai tantissimi commenti dei frequantatori, alcuni dei quali veri e propri fedelissimi, presenti sin dalla nascita del blog e tutt'ora attivi.

La pubblicazione del secondo romanzo, La fucina del diavolo, anch'esso edito per i tipi di Bastogi, insieme con le immancabili recensioni, ha ulteriormente alimentato i temi di discussione, accentuando il carattere del blog di volersi presentarsi come spazio aperto ma anche con uno stile proprio. Uno stile che lo ha contraddistinto sin dall'inizio e che, per certi versi, lo ha reso unico fra i tanti spazi interattivi presenti nel web: moderazione negli interventi e mantenimento del confronto sul piano delle opinioni.

Tutti coloro che vogliono far sentire la propria voce sono dunque i benvenuti e tutti devono sentirsi liberi di trattare gli argomenti che ritengono possano essere di interesse degli altri partecipanti alla vita del blog. Riservo a me stesso il ruolo di moderatore, ruolo che, per altro e fino a ora, non ha mai avuto motivo di andare oltre l'invito a tenersi nei limiti tracciati dagli stessi frequentatori.

Bene arrivati a tutti, dunque, e fatevi sentire.

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Spizzicando nella quotidianità

9 Settembre 2011 - Pensiero del giorno

La vita è come un aquilone, legato a un filo tenuto dalla mano infantile del fato.


17 febbraio 2012

Il pensiero va a Giordano Bruno, arso in Campo dei Fiori. Da allora si sono spente le fiamme del rogo, ma non quella della libera investigazione sulla natura dell'universo e dell'uomo.


14 marzo 2012

All'essere umano non è dato scegliere se essere o no intelligente, in compenso gli è dato scegliere se comportarsi da stupido.


7 Aprile 2012

Agli amici del blog i miei auguri per un rinnovamento radicale del loro Essere e che questa luna piena di Primavera faccia risorgere in loro, risplendente di nuova luce, la gioia per la Vita nel e per il Bene.

Le interviste a Ennio Valtergano

La Signora del borgo è stata ospite di Container, il programma culturale di Radiogoccioline, la radio web a diffusione globale.

Per riascoltare l'intervista trasmessa da Radiogoccioline clicca qui


Servizio TV sulla presentazione di Reggio Calabria del 28.12.2010

Per gli amici che lo desiderino, è possibile guardare il servizio sulla presentazione del 28.12.2010 a Reggio Calabria.

Il servizio, completo di intervista, è stato trasmesso da ReggioTV nel corso del Telegiornale del 29-12-2010 ore 14.

Per guardare il servizio, entrare nella Home Page di RTV e cercare, dopo aver cliccato nel riquadro "Guarda il telegiornale", il tg del 29-12-2010 ore 14. Servizio TV sulla presentazione di Reggio Calabria del 28.12.2010

Leggi l'intervista all'autore e la recensione al romanzo pubblicate l'8 marzo 2011 sulla rivista on-line Mondo Rosa Shokking , a cura di Carlotta Pistone

http://www.mondorosashokking.com/Morsi-Dal-Talento/Intervista-a-Ennio-Valtergano/


http://www.mondorosashokking.com/Dalla-Libreria-Rosa-Shokking/La-Signora-del-borgo-di-Ennio-Valtergano/


Una nuova intervista è stata pubblicata al link sottostante

http://www.ilpiacerediscrivere.it/intervista-ad-ennio-valtergano/



giovedì 15 aprile 2010

Liceo 8 Marzo: un incontro da ricordare

Trovarsi di fronte non meno di centocinquanta giovani studenti, sebbene in due riprese, non è un’esperienza da poco, soprattutto quando si è separati da un salto di due generazioni e quando l’argomento non è forse quello che può incontrare i loro interessi più immediati.
Prima dell’incontro avevo pensato che l’ostacolo più insidioso sarebbe stato determinato dal linguaggio. Ammetto che non sono avvezzo al modo di comunicare dei teen-ager e il timore più grande era di non essere in grado di stabilire con un’età pervasa dal fermento del rapido cambiamento il ponte indispensabile per congiungere le sponde di due mondi oggettivamente distanti. Non è stato così.
La forza della gioventù è travolgente e contagiosa ed è stata davvero una questione di pochi istanti quella di entrare in sintonia con loro e stabilire un rapporto empatico visibile – così mi è parso – nella grande attenzione che i giovani studenti del Liceo 8 Marzo hanno dimostrato nel corso della conversazione. Devo immaginare che sentire dal vivo cosa può indurre un autore a scrivere un romanzo, come nasce l’idea che poi si traduce nella trama delle vicende narrate, come si costruiscono i personaggi, sia stata per tutti loro l’occasione per entrare in una dimensione della quale, come lettori, vivono e sperimentano il prodotto finale: il libro.
Non ho difficoltà ad ammettere che molto probabilmente ho ricevuto io da loro assai più di quanto sia stato in grado di trasmettere. Mi resterà dentro, come esempio vivo e significativo di quell’esperienza, il momento in cui, giunti sul finire, una ragazza alla quale una temporanea afonia impediva di formulare ad alta voce la domanda mi si è avvicinata per chiedere:
“Ma come è possibile per un maschio e per giunta della sua età far pensare, parlare e agire una ragazza della mia età?”
Ovviamente la domanda non è rimasta senza risposta. Tuttavia quella domanda, nel candore dell’immediatezza e della genuinità evidentemente propria dei giovani, mi ha indotto a riflettere e sono giunto alla conclusione che l’esperienza delle diverse età non è seppellita dal tempo ed è pronta a riemergere in superficie se conserviamo anche l’umiltà di volerla riassaporare.
Ma mi piacerebbe che sulle impressioni suscitate dall’incontro siano gli stessi giovani che vi hanno partecipato a far sentire la loro voce… Perciò, non abbiate remore a intervenire. Vi aspetto...

37 commenti:

Silvy17 ha detto...

Senza offesa, credo che le ragazze siano comunque diverse dai ragazzi, e quindi anche dagli uomini. Però fa piacere che qualcuno si ponga almeno il problema di capire cosa pensiamo...

Jack4800 ha detto...

Il problema uno se lo pone ma poi è impossibile risolverlo perché le donne pensano senza logica...

Ennio Valtergano ha detto...

Un caloroso benvenuto a Silvy17 e Jack4800.
Che "le ragazze siano comunque diverse dai ragazzi, e quindi anche dagli uomini" è un dato di fatto, ma questo non impedisce a un uomo almeno di tentare di capire come le ragazze pensano. Che poi ci si riesca non è per nulla scontato, ma non perché "le donne pensano senza logica".
Pur a voler intepretare quest'ultima osservazione alla luce della provocazione evidente, faccio notare a mia volta che non esiste una sola logica e non esiste un solo modo di pensare - per fortuna, aggiungo io.
Il punto sta nell'essere disponibili a una possibile convergenza, ma questo richiede la capacità di sapersi mettere in discussione, cosa non facile, ma neppure impossibile.
Sempre che uno ci voglia provare, si intende...
Fatevi risentire, mi raccomando.
Ciao, Ennio.

jack4800 ha detto...

Io per me ci provo ma mi pigliano a schiaffi…

Savio ha detto...

Se non ti chiami Ennio Valtergano e fai lo scrittore, meglio non provarci. Avere un’età verde non è come «essere» un uomo verde. E neppure come essere al verde: io lo so. Insomma c’è verde e verde e l’erba del vicino lo è di più. E non parlo di Maria Giovanna…

IlRosso ha detto...

Forse... dico FORSE... a Bordighera ci sarò anch'io. Ti farò sapere.

Ennio Valtergano ha detto...

Per Jack4800
Le ragazze? Non ci credo; ma attento a non cercare la convergenza dall'alto in basso, alle ragazze dà parecchio fastidio.

Caro Savio, non so se te l'ho già detto, ma se non ci fossi bisognerebbe inventarti... L'unico dubbio riguarderebbe il brevetto: chi mai si arrischierebbe?

Ennio Valtergano ha detto...

Caro Rosso, spero davvero che quella di Bordighera sia l'occasione buona per incontrarsi... Mi auguro che il FORSE sia dissolto dalla sapienza e previdenza del Fato.

prof ha detto...

Il λόγος ovvero "parola, idea, ragione”. Nulla di più grande e nulla di più vicino alla donna.

Ennio Valtergano ha detto...

La parola, il λόγος, è la prima materializzazione dell'idea: contiene in sé la ragione che l'ha prodotta ed è a sua volta generatrice di altre idee, così come la donna, nata da un utero, procrea essa stessa e attraverso l'utero, matrice di nuovi esseri.
Come spesso accade, il nostro caro Prof lancia sul terreno del blog il germe dell'idea, lasciando che siano poi altri a raccogliere, vedere e svilupparne il senso analogico... Sempre provocatore attento e arguto, non è vero, caro amico?

prof ha detto...

Si era in pieno Rinascimento quando Agricola coniò il termine πετρέλαιον nel suo trattato De Natura Fossilium, ma secondo Diodoro Siculo già le mura e le torri di Babilonia erano costruite in asfalto che del petrolio è figlio. I primi pozzi li scavò la Cina mentre in Occidente tramontava l'età classica, Alessandro Magno sognava l'Egitto che avrebbe conquistato di lì a poco e gli Etruschi venivano inglobati definitivamente dai Romani.
Quello che viene chiamato oro nero è sole imprigionato nei cadaveri di animali di milioni di anni fa. Ed ora i cadaveri ne fanno altri mentre tutto il mondo si diverte, mangia, beve e guarda pigramente la TV.
Se l'antico sapere fosse stato conservato si saprebbe il pericolo che la saggezza di antiche civiltà aveva scongiurato e che oggi invece non si riesce a scorgere neppure quando è sotto gli occhi o nel video di moderni troppo storditi per capire, troppo tecnologizzati per guardare: là dove la Madre di tutti denuda la storia che non si può consumare e non si sa ricordare.

savio ha detto...

Scusi prof, lei quanti chilometri fa con un dinosauro verde?

Ennio Valtergano ha detto...

Solo un'osservazione per Savio; il commento all'intervento di Prof seguirà domani.
Savio, chi ti dice che i dinosauri fossero verdi? Il colore della pelle non è deducibile dai resti fossili. A meno che tu non ti riferissi al dinosauro verde in analogia alla benzina verde... e comunque mi riesce assai difficile figurarmi Prof in epoca giurassica e in groppa a un dinosauro.

Ennio Valtergano ha detto...

Caro Prof, credo che tu condivida il pensiero secondo il quale non è stato e non è il progresso in sé a produre i guasti che sono sotto gli occhi di tutti, quanto il modello economico associato al progresso, unitamente alla mancanza di riferimenti etici da porre a guida dell'umano operare. Purtroppo, l'idea del profitto come unico obiettivo, soprattutto quando il profitto è legato al valore aggiunto delle attività produttive, non poteva che innescare la spirale perversa per la quale ciò che conta è la quantità delle cose prodotte e non la loro utilità. Meglio ancora se i cosiddetti beni sono poi di durata effimera: la loro sostituzione implica lavoro e quindi altro valore aggiunto e altri profitti. Che poi le attività produttive richiedano energia, questo significa impiantare altri cicli lavorativi, ossia ancora una volta ulteriori opportunità di creare valore aggiunto, il quale può venir massimizzato riducendo i costi. Da qui le cause potenziali di disastri reali.
Sono convinto che un cambiamento radicale di paradigma si imponga, non fosse altro che per un motivo tanto elementare quanto ineluttabile: le risorse del pianeta sono risorse limitate, ossia destinate immancabilmente ad esaurirsi. Il problema sta nella collocazione temporale di tale drammatico evento ed è da capire se esso anticiperà o meno il ribaltamento di prospettiva cui accennavo pocanzi.
Personalmente non sono in grado di azzardare previsioni. Mi auguro solo che prima o poi, spererei prima, si metta in moto un movimento globale che si risolva in un progresso nuovo, coinvolgente stavolta non solo la tecnologia e le scienze applicate, ma in primo luogo la consapevolezza della specie umana.

boiardo ha detto...

“Or quel ch'io te vo' dire, intendi bene:
Esser gagliardo e saggio ti conviene
(…) Nel grazioso tempo onde natura
Fa più lucente la stella d'amore,
Quando la terra copre di verdura,
E li arboscelli adorna di bel fiore,
Giovani e dame ed ogni creatura
Fanno allegrezza con zoioso core;
Ma poi che 'l verno viene e il tempo passa,
Fugge il diletto e quel piacer si lassa”.
Non serve d’esser contadino o agricoltore
per sapere che quanto vai a piantare
ti è sintesi dell’essere e del fare;
così, se contempli il dolore
della terra, è in quello che ti dovrai specchiare.

Stefano Sommariva ha detto...

Un giovedì piovoso ha segnato ieri l’inaugurazione del Salone del Libro di TORINO dove alle 18,00, nel vai e vieni di gente, Ennio Valtergano si è presentato allo stand della regione Puglia per l’appuntamento con i suoi lettori e, naturalmente, con “La Signora del borgo”. “IO NON SCRIVO CON LA MENTE MA CON LE SENSAZIONI” ha detto Valtergano, la cui esperienza nel gestire l’interlocutorio traspariva da ogni gesto, tanto che viene da azzardare che se le sensazioni sono state il tessuto, il sarto che ha modellato la storia di Giselle sia da ricercarsi altrove.
Dove? Forse nell’esperienza di pittore e musicista che l’autore ha confessato sulla scia delle domande poste da una rappresentante incalzante e interessata della Regione Puglia.
Ma del suo borgo, sui muretti, di fronte ai tramonti, l’autore del romanzo in 3D non ha snocciolato gli omicidi, i ripensamenti, le rare estasi di infinito che gli ‘incontri’, come li chiama Valtergano, logicamente hanno predisposto al fato narrativo.
“ENNIO, LA VOGLIA DI AFFERMARSI DELLA DONNA CONTRO E NONOSTANTE L’ORDINE PRESTABILITO DAL TEMPO NON HA FORSE PORTATO GISELLE ALL’INQUISIZIONE E POI ALLA MORTE?”
Ennio, sornione, ridacchia e scantona. “MAH, MAGARI NON È POI COSÌ… LA DONNA DEVE LAVORARE PER SÉ STESSA E SE NON È TEMPO DI RISCATTO PER TUTTE LO È PERÒ PER OGNI DEA CUI LA SINGOLA DONNA ACCETTI DI VOTARSI”.
“CHI SAREBBE UN INQUISITORE OGGI?” insiste la sagace rappresentante della cultura apuliana, ma Valtergano si acciglia come a mettere a fuoco e tiene a precisare che il suo Inquisitore è umano: né buono né cattivo dunque, e si vede che l’autore ama prender le distanze dalle sue creature ma per difenderle come un dipinto prezioso o una frase musicale ben riuscita.
Solo un momento e dagli occhi di Ennio Valtergano sparisce il lampo che l’aveva unito ai personaggi come la linea dell’orizzonte unisce la terra al cielo. La pennellata è sua, ma a raccoglierla vi è un gruppo di donne affascinate e conquistate alla “Signora”.
Finita la presentazione, cessata la pioggia, passato l’istante di affabulazione, per chi vuole entrare nel mondo di Giselle ed Eliside non resta che comprare il volume… Magari in libreria, fuori dal Salone, dove oltre allo sconto si trovano anche più copie in vendita di quella in esemplare unico esibita da un editore ingeneroso ospite di una Regione generosa e forse più avveduta di lui nello scorgere in Ennio Valtergano una promessa della narrativa italiana.

tigre ha detto...

Romanzo fantastico, come dire quasi unico. Io sono stata forse una delle prime a leggere questo libro e ho trovato l'autore di una sensibilità incredibile. Non riesco a postare commenti approfonditi, ma trovo il romanzo come sopra descritto. Bravo Valtergano

savio ha detto...

Anche a me capita che una lampo mi faccia unire a dei personaggi, e spesso dopo ce-l’-ho a terra… . Mas forse Ennio ha una banca differente!!! I grandi...: tutti così.

prof ha detto...

Conoscevo uno Stefano Sommariva che però si occupava di calcio e non di promesse della narrativa italiana. Comunque chiunque sia il giornalista, che un lampo di intelligenza ha portato a redigere il brillante reportage, ha il mio plauso per aver consentito anche agli emigrati di partecipare a una presentazione dell’amico Ennio. Vorrei tuttavia far notare che l’arte è in ogni sua forma mediatrice dell’anima e, quando le forme coincidono, spesso vi è una comune scuola filosofica che le informa e le dirige. Così era per i pitagorici, così – penso – per i valtergani d’oggi. Good night.

Ennio Valtergano ha detto...

Un saluto a voi tutti, amici.
Non ho risposto a stretto giro, come è mio costume (fatte salve le solite eccezioni), per impegni frantumati e variegati, ma ho letto con puntualità e attenzione i vostri commenti.

Comincio da Boiardo: risponderti "per il verso giusto" è sempre un problema. E temo che il mio dilemma sia destinato a restare irrisolto: esisteranno sempre dei versi adatti a ognuna delle infinite situazioni della vita?
Già immagino la risposta, magari in endecasillabi...

Caro Stefano, benvenuto. Benvenuto e grazie.
Talvolta accade che il visibile appaia insignificante e qualche altra volta, al contrario, l'invisibile si fa veicolo di chiose tanto inaspettate quanto gradite.
Conto di risentirti presto.

Bentornata Tigre! Vero, sei stata una delle mie prime lettrici e, a distanza di mesi, l'entusiasmo è immutato... Serbalo per il secondo romanzo...

Savio, non solo la banca è differente: una unione lampo tramite lampo? Capisco che in situazioni simili la messa a terra salvaguardi l'incolumità... Tuttavia, hai provato a chiuderti in una gabbia di Faraday?

Ennio Valtergano ha detto...

Amico Prof, sempre oltreoceano, a quanto vedo...
Che l'arte sia in ogni sua forma mediatrice dell'anima è cosa nota a chi l'abbia sperimentato. In ogni caso, dopo aver percorso entrambi i cateti, mi trovo ora ad esplorare i misteri dell'ipotenusa.

cristina ha detto...

Ciao Ennio. C’ero anch’io alla tua presentazione perché sono andata al Salone venerdì, ma non ho osato farmi vedere.
Sei piaciuto anche a mia zia.

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Cristina, tua zia deve avermi confuso con qualche altro scrittore, magari di grido, perché io ero al Salone giovedì e non venerdì.
Mi sarebbe piaciuto molto conoscerti di persona.
Peccato, spero in un'altra occasione.

prof ha detto...

Θεωρία in greco è l’osservazione, la rappresentazione della divinità e il ‘teorema’ deriva da questa rappresentazione. Se fossimo ai tempi di Pitagora, la frase “mi trovo ora ad esplorare i misteri dell'ipotenusa” significherebbe che sei riuscito:
- a vivere in modo retto;
- a concepire l’astrazione di un ritmo naturale;
- a ridefinirti secondo tale astrazione modellando il quadro della tua esistenza;
- a trovare in un quadro di riferimento la misura della tua astrazione;
- a conoscere le potenzialità dei tuoi numeri grazie all’idea della linea (ὑποτείνουσα) che è loro sottesa (proporzionale al quadro della tua esistenza e a quello di riferimento) ferma restando la rettitudine…
Insomma, non l’ipotenusa sarebbe un mistero, ma il Principio di ogni cosa.
Come talvolta accade, il germe dell'idea viene raccolto da chi sembrava lo lanciasse solamente, ma a sviluppare l’analogia non possono essere che le donne… o chi si rende atto a comprenderle.
Nuovamente, good night.

Ennio Valtergano ha detto...

Caro Prof, mi verrebbe da dire: e se fosse?
Ma mi parrebbe di eccessiva presunzione e perciò preferisco invece accennare alla permanente tensione verso la condizione cui accenni.
Good night a te, anche se la notte arriverà tra qualche ora.

prof ha detto...

Gli antichi navigatori avevano appreso a percorrere il mare sfruttandone le potenzialità e rispettandone la grandezza ineffabile, ma se per la donna il problema è rinunciare a dare un volto ai propri affetti, per l'uomo il difficile è rinunciare all'identità paterna.
Da lì viene la tensione con cui dovette confrontarsi anche Pita-agora prima di ridare voce al proprio cuore.
Buona notte... o buon giorno: dipende da come si gira.

Ennio Valtergano ha detto...

Ohi, ohi, Prof! Perché prestare il fianco a Savio in maniera così scoperta? Già immagino cosa ne verrà fuori con quel "...dipende da come si gira".
L'identità paterna va ad affievolirsi via via che cambia il proprio modo di amare e la stessa paternità può rappresentare una straordinaria opportunità di cambiamento.
Un abbraccio... transatlantico.

savio ha detto...

Teorema di Saviagora: qui c’è qualcosa che non quadra, sia sui cateti che sull’ipotenusa. Come ti giri ti giri, da questa parte del mondo, ti fanno vedere le stelle.
Non so se le donne rinunciano a dare un volto ai propri affetti: forse, per arrivare a fine mese, un affetto vale l’altro. Ma è impossibile l’identità con i padri: loro, la pensione, ce l’hanno ancora.

cristina ha detto...

Eri proprio tu. Ed era giovedì. Ho anche visto quella che credo fosse tua moglie: capelli lunghi e neri, ricci, seduta vicino a te...
Comunque bravo.

Ennio Valtergano ha detto...

Il teorema di Saviagora sarà il rompicapo delle future generazioni di matematici che, grazie alla pensione dei padri, potranno perdere il loro tempo a lambiccarsi su inverosimili quadrati che non quadrano.

Cara Cristina,
ebbene sì, ero proprio io, mentre la signora bruna che mi sedeva accanto era l'antropologa che mi assisteva nella presentazione (mia moglie era tra il pubblico).
Mi spiace non averti vista. Spero che alla prossima occasione tu abbia meno remore: come hai potuto notare, non sono così verde e neppure troppo repellente (almeno spero).
Ciao

Franci83 ha detto...

Valtergano l'ho visto anch'io e gli ho anche scattato una foto: è vero non è repellente, e parla bene. Però non ho capito perché alla presentazione del libro il libro ... non c'era. E non c'era neanche il giorno dopo quando ho avuto modo di ripassare dal salone per un'altra presentazione.
Per fortuna ho letto il blog e qualcosa credo di aver capito (l'editore non ha mandato le copie?!?). Comunque adesso l'ho ordinato su IBS anche se avevo promesso a mia madre (che è una fan della Signora del Borgo) di regalarglielo per il compleanno.
Pazienza! Assieme al biglietto di auguri le ho dato una foto di Ennio Valtergano e la promessa che il libro arriverà presto. Ma confesso che il mondo della letteratura sfugge alla mia logica di umile analista di laboratorio con la passione per la storia.

Roma2010 ha detto...

La Signora del borgo è una porta del tempo che ti fa stare dove non credevi di stare e da dove non riesci più a uscire per tornare alle cose tue a fare quello che stavi facendo. Ho scoperto La Signora del Borgo perché il libro era vicino a quello di Iannelli - sempre della Bastogi - sul culto delle sacre origini a Roma e mi ha incuriosito la copertina. Il risultato è che mi trovo a leggere le vicende di Giselle e non ho ancora aperto l'altro libro anche se mi sono arrivati insieme dalla Hoepli. Vi farò sapere...

savio ha detto...

In Italia c'è chi ha presentato un partito nella convinzione che l'Italia fosse lì ad aspettarlo; ecco,l'editore di Ennio, stupito dal successo di chi aveva vinto grazie a questa idea, ha pensato che valesse anche per i libri...

Ennio Valtergano ha detto...

Per Franci83
Bentornata nel blog... Mi spiace che tu non sia riuscita a trovare il libro in tempo per il compleanno di tua madre. Allora ti propongo di fare in questo modo: appena ti arriverà la copia, mi invierai una mail all'indirizzo che trovi in altro a destra, cliccando su "contattami"; troveremo il modo per incontrarci, visto che presumibilmente vivi nei dintorni di Torino, perché ci tengo a vergare di mio pugno una dedica per tua madre, alla quale vorrai nel frattempo porgere i miei più cari auguri.
A presto, Ennio.

Per Roma010
Benvenuto nel blog e grazie per quel che hai postato. Resto in attesa dei tuoi commenti quando avrai terminato la lettura.
Ciao e a risentirti.

Per Savio
Ma come si fa, quando scrivi queste cose, a non dirti che sei simpatico?

smorfia ha detto...

Un editore (43) incapace (55) non ha inviato copie sufficienti ma l’autore (88) del romanzo (42) ha avuto egualmente notevole successo (66) al Salone (63) del Libro.
Giocatele!!!

savio ha detto...

Ecco: stavamo corti a gente che desse i numeri...

Ennio Valtergano ha detto...

Caro (o cara?) Smorfia, benvenuto. Non c'è che dire: sei appena arrivato e già dai i numeri.