Presentazione

Questo spazio, amici lettori, è dedicato a voi.


Nato inizialmente per presentare al pubblico il mio primo romanzo, La signora del borgo
, il blog ha registrato subito le prime recensioni dei lettori e si è arricchito successivamente di molti altri argomenti che non erano soltanto quelli relativi ai temi trattati nel romanzo. Col trascorrere del tempo il blog si è caratterizzato sempre più come uno spazio multitematico, riempito soprattutto dai tantissimi commenti dei frequantatori, alcuni dei quali veri e propri fedelissimi, presenti sin dalla nascita del blog e tutt'ora attivi.

La pubblicazione del secondo romanzo, La fucina del diavolo, anch'esso edito per i tipi di Bastogi, insieme con le immancabili recensioni, ha ulteriormente alimentato i temi di discussione, accentuando il carattere del blog di volersi presentarsi come spazio aperto ma anche con uno stile proprio. Uno stile che lo ha contraddistinto sin dall'inizio e che, per certi versi, lo ha reso unico fra i tanti spazi interattivi presenti nel web: moderazione negli interventi e mantenimento del confronto sul piano delle opinioni.

Tutti coloro che vogliono far sentire la propria voce sono dunque i benvenuti e tutti devono sentirsi liberi di trattare gli argomenti che ritengono possano essere di interesse degli altri partecipanti alla vita del blog. Riservo a me stesso il ruolo di moderatore, ruolo che, per altro e fino a ora, non ha mai avuto motivo di andare oltre l'invito a tenersi nei limiti tracciati dagli stessi frequentatori.

Bene arrivati a tutti, dunque, e fatevi sentire.

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Spizzicando nella quotidianità

9 Settembre 2011 - Pensiero del giorno

La vita è come un aquilone, legato a un filo tenuto dalla mano infantile del fato.


17 febbraio 2012

Il pensiero va a Giordano Bruno, arso in Campo dei Fiori. Da allora si sono spente le fiamme del rogo, ma non quella della libera investigazione sulla natura dell'universo e dell'uomo.


14 marzo 2012

All'essere umano non è dato scegliere se essere o no intelligente, in compenso gli è dato scegliere se comportarsi da stupido.


7 Aprile 2012

Agli amici del blog i miei auguri per un rinnovamento radicale del loro Essere e che questa luna piena di Primavera faccia risorgere in loro, risplendente di nuova luce, la gioia per la Vita nel e per il Bene.

Le interviste a Ennio Valtergano

La Signora del borgo è stata ospite di Container, il programma culturale di Radiogoccioline, la radio web a diffusione globale.

Per riascoltare l'intervista trasmessa da Radiogoccioline clicca qui


Servizio TV sulla presentazione di Reggio Calabria del 28.12.2010

Per gli amici che lo desiderino, è possibile guardare il servizio sulla presentazione del 28.12.2010 a Reggio Calabria.

Il servizio, completo di intervista, è stato trasmesso da ReggioTV nel corso del Telegiornale del 29-12-2010 ore 14.

Per guardare il servizio, entrare nella Home Page di RTV e cercare, dopo aver cliccato nel riquadro "Guarda il telegiornale", il tg del 29-12-2010 ore 14. Servizio TV sulla presentazione di Reggio Calabria del 28.12.2010

Leggi l'intervista all'autore e la recensione al romanzo pubblicate l'8 marzo 2011 sulla rivista on-line Mondo Rosa Shokking , a cura di Carlotta Pistone

http://www.mondorosashokking.com/Morsi-Dal-Talento/Intervista-a-Ennio-Valtergano/


http://www.mondorosashokking.com/Dalla-Libreria-Rosa-Shokking/La-Signora-del-borgo-di-Ennio-Valtergano/


Una nuova intervista è stata pubblicata al link sottostante

http://www.ilpiacerediscrivere.it/intervista-ad-ennio-valtergano/



lunedì 23 novembre 2009



La copertina del romanzo

41 commenti:

Ennio Valtergano ha detto...

Cari amici, ci siamo quasi: ormai è davvero questione di giorni. Oggi l'editore mi ha fatto il regalo di inviarmi in anteprima l'immagine della copertina e io non ho potuto fare a meno di condividerla immediatamente con tutti voi.
Ci terrei particolarmente ad avere il vostro parere, anche se devo confessare che l'attesa di quello del Rosso mi tiene non poco in ansia. Ormai avrete imparato a conoscerlo anche voi: il nostro amico il Rosso è di gusti particolarmente raffinati e, soprattutto in fatto di arte e di espressività artistica in generale, sono convinto che sia tanto esigente quanto competente (Prof, Savio, Boiardo, vi prego di non sogghignare: non si tratta di captatio benevolentiae).
Spero che l'impianto grafico complessivo, le tonalità cromatiche e l'idea di fondo siano di suo e di vostro gradimento, amici.
Voi direte che si tratta soltanto di una copertina e che a contare è il contenuto. Non avete torto; tuttavia la copertina è parte integrante di un libro e contenente e contenuto devono mostrarsi raccordati già nella presentazione del primo messaggio al lettore.
A presto, dunque. Vi aspetto.

boiardo ha detto...

A te, novello autore, e alla tua copertina, i versi del poeta da cui attingo lo studio (e il nome).
(dall’Orlando Innamorato LIBRO PRIMO, Canto IV, 61) Pezzi di torre e merli veramente (…) (Ibidem, LIBRO PRIMO, Canto XIII, 19) Stava la donna la pugna a guardare / e di paura se credea morire / non già di per sé, che non gli avia a pensare / né de esser quivi lei si ricordava / del baron teme e sol per lui pregava (…).
In bocca al lupo (perché non sta bene ricordare dove si va con la balena).

savio ha detto...

Boiardo… Boiardo…
Innamorato sì, ma con le usanze del pastore sardo.
E buonanotte prima che mi flagelli qualche (tardo)
ripensamento di Ennio, non troppo generoso con chi scocca il dardo…
…audace.

Lunetta ha detto...

Gentile Sig. Valtergano,
scrivo un momento prima di uscire dall'ufficio dove lavoro nel settore della pubblicità e della comunicazione. Oggi parlavamo fra colleghi e qualcuno ha tirato fuori il suo nome come esempio di misoginia. Incuriosita sono andata a leggere quanto scritto fin qui (non proprio tutto perché il posto non è dei più adatti ma a casa non ho Internet funzionante per il momento). Posso dirle che è un bel blog ma, in effetti, viene pò sciupato da alcune cose. Ecco, la foto anzitutto non è delle più rassicuranti: sa, noi donne non viviamo un bel momento come epoca storica e una faccia come la sua (nel blog intendo) è inquietante. Poi quel passaggio sulla donna che non è sua moglie ma che legge in anteprima le sue opere e la guida e la consiglia... Sa, noi donne siamo abbastanza attente a questi particolari abituate come siamo (sigh!) a fedifraghi incalliti e mentitori spudorati. Inoltre e altrove, recentemente, nel momento più delicato per una donna che è quello della maternità, ci ha definite «strumenti della natura», che non è il massimo, anzi, è proprio becero come commento.
Le riconosco per altri aspetti un manifesto interesse per la dimensione donna (ma il tutto può essere equivocato da quanto detto sopra). Infine Le consiglio di fare attenzione a lasciarsi chiamare «zio» da una minorenne, se pure sconosciuta (lei), sul blog dove Lei invece appare con tanto di nome e cognome. Di questi tempi non è bene incoraggiare ragazzine a volte troppo impavide o, magari, come nel caso citato, sprovvedute al punto da cascare nelle mani di qualche altro «zio» questa volta anonimo come loro.
Nel complimentarmi comunque con Lei per la sua copertina Le auguro una felice promozione.
P.S. Anche con i giovani, cerchi davvero di ascoltarli di più e di parlare la loro lingua più che pretendere che si adeguino alla Sua: è sempre l'adulto a comprendere e questa lezione che le donne hanno nel DNA provi a farla sua. Ne guadagnerà anche come uomo oltre che come scrittore. Ancora auguri.

Ennio Valtergano ha detto...

Per Lunetta: le eccessive dimensioni mi forzano a dividere in due la risposta. Chiedo scusa per il disagio.

Gent.ma Lunetta, pugno di ferro in guanto di velluto…
La forma, il lessico e il tono distaccato che caratterizzano il suo intervento mi inducono a derogare all’usuale modo di interagire in un blog, in genere familiare e diretto.
Comunque apprezzo stile ed educazione, specialmente quando vanno a rivestire critiche dal contenuto severo ma nondimeno costruttivo, così come mi è parso di cogliere nelle sue intenzioni.
Ho cercato di collocarmi dal suo punto di vista prospettico, nel tentativo di comprendere le ragioni che sono alla base delle sue argomentazioni, soprattutto tenuto conto del particolare settore oggetto delle sue competenze professionali. Mi rendo conto come le cose dette, ma soprattutto scritte, quando viene cioè a mancare il supporto espressivo dell’interazione diretta, possano prestarsi a interpretazioni non univoche, talvolta addirittura opposte, nel senso, rispetto alle intenzioni dello scrivente.
Detto questo, devo percorrere il suo intervento punto per punto, per offrire a lei e ai frequentatori di questo blog i chiarimenti che evidentemente si rendono necessari, sperando che anche questa volta essi non si prestino a venir interpretati in maniera difforme dal senso originario.
Cominciamo dalla presunta misoginia.
Sono convinto – e lo è chi mi conosce di persona – che tale caratteristica sia veramente lontana dall’appartenermi: spero che tale giudizio non rappresenti invece una proiezione, magari non conscia, di chi lo ha formulato. Credo che quanto andrò a dire tra un momento rafforzerà la legittimità del mio dissenso su una simile impressione.
La foto. Ho già avuto modo di spiegare che non si tratta di una foto, per lo meno non in senso stretto. Il viso, che nelle intenzioni avrebbe voluto essere una sorta di caricatura, vuole rappresentare una maschera. Ma anche su questo ho avuto modo di soffermarmi in più di una occasione: se avrà la bontà di leggere i tanti interventi, troverà sicuramente quello – o quelli – ove tale punto è chiarito. Sono d’accordo con lei: l’immagine è inquietante. Purtroppo, vi è da dire che spesso la realtà lo è assai di più, specie quando è nascosta dietro apparenze rassicuranti e ipocritamente accattivanti.
... continua

Ennio Valtergano ha detto...

… continuazione commento precedente

Il passaggio sulla donna che non è mia moglie è stato anch’esso oggetto di chiarificazione. Lo ripeto per l’ultima volta, dopo di che non tornerò più sull’argomento, anche perché ogni altra illazione o interpretazione di comodo sarebbe del tutto strumentale. Nessuno, se non mia moglie, ha avuto occasione di leggere in anteprima il manoscritto: ricordo di aver detto chiaramente come fosse lei ad attendere capitolo dopo capitolo. Dunque nessuno che, né nel ruolo né in alcun altro modo, si sia o sia stata sostituita a lei. E neppure del supposto ruolo di guida mi pare sia da qualche parte riscontrabile la benché minima traccia.
Veniamo al commento “becero”. Se parlare di “strumento della natura”, intendendo tanto con il termine ‘strumento’ quanto con quello di ‘natura’ quello che di più alto vi è nel miracolo persistente ed eterno della vita, significa essere beceri, allora davvero non so cosa e come obiettare. Ciascuno di noi è “strumento”, ossia mezzo attraverso il quale si esprime l’intelligenza della vita. La donna, in quanto essere dotato della potestà di gestazione e di riproduzione della vita, ne è di certo il riflesso più completo e, per quanto mi riguarda, già solo per questo meritevole del più profondo rispetto. Pensare di essere avulsi dall’unità dell’esistente è follia, ascrivibile a una visione miope e autoreferenziale. Se questo significa essere misogini… a lei le conclusioni.
La questione dello “zio”. Riconosco la fondatezza delle sue argomentazioni. Si è trattato di un vezzo probabilmente imprudente, volto a incoraggiare non l’avventatezza ma la spontaneità nello scambio e tuttavia, mi creda, lontano da ogni intento manipolatorio. Presterò maggiore attenzione da qui in poi.
Cercherò di seguire il suo consiglio sui giovani, pur tenendo conto delle difficoltà strutturali che mi caratterizzano e della distanza generazionale che, già di per sé, richiede uno sforzo notevole. Continuerò a provarci e, se la natura me lo consente, a modificare il modo di essere.
Tutto questo detto, la ringrazio con sincera gratitudine così come prendo atto delle parole di apprezzamento.
P.S. Pensa che nell’eventualità di un suo nuovo intervento si possa abbandonare la rigidità dei formalismi?
Un saluto cordiale.

il cavaliere ha detto...

Cambia qualcosa dall'essere uno strumento della natura a uno di Dio? E se anche fosse, non pensi che sarebbe un complimento l'essere strumento di una forza o di un Dio che sa dare vita alla vita?
Spero che non venga inteso questo commento come un incipit di polemica ma come una pura e semplice domanda su un mondo che, per quanto un uomo si sforzi, non capirà mai.

sibilla ha detto...

Caro Ennio, ho letto la lettera di Lunetta che, a sua volta, mi ha fatto ripensare ad alcuni dei post giunti su questo blog nell’arco delle ultime settimane. Ho dovuto constatare, con una punta di interrogativa amarezza, che spesso i commenti critici - sia costruttivi che non – sono giunti dalle donne mentre gli uomini che hanno scritto se non hanno solidarizzato si sono assentati in silenzio. Questo mi fa riflettere su di te: possibile che tutto di penda da una foto caricaturata? E poi, con tutto quello che hai scritto sulle donne a partire dalla tua protagonista, Giselle, per andare a Eliside, e poi Lucrezia Zanghi fino al contenuto dei post di risposta…: possibile che vi siano elementi per definirti misogino? La tenerezza per la nuova vita che si sviluppa dal grembo femminile, il rispetto che hai dimostrato anche verso certi commenti al vetriolo… Mah! Davvero mi domando dove abbia trovato di che poggiarsi l’ipotesi della misoginia. E come possa alimentarsi tanta irritazione…
Non è bello che gli uomini cerchino, se non di comprenderci, almeno di intenderci? Non è bello che un uomo, sebbene giustificato dalla professione di scrittore di sentimenti d’epoca, si interroghi su quelli della nostra e provi a capire? A che serve ascoltare se poi non si tenta di metabolizzare quanto si è ascoltato?
Sono donna anch’io e anch’io ho paura del lato oscuro del genere maschile: come non averne con tutto quel che si sente in giro? Ma non si può e non si deve fare di tutte le erbe un fascio. E non si deve rinunciare alla parte luminosa del genere femminile: che è forza, fiducia, bellezza. Vita appunto.

Lunetta ha detto...

Cara Sibilla, noi donne siamo più sensibili. Non voglio dire più intelligenti, ma più sensibili. E quella che per un uomo è solo una parola per noi tradisce l'idea dietro la parola: l'idea di cui loro non sono, spesso, consapevoli. Per questo anche la pubblicità mirata alla donna è diversa da quella mirata all'uomo. Comunque comprendo il tuo punto di vista e lo condivido. Anche se con le dovute precauzioni... Perché un uomo intelligente dovrebbe sempre tener conto di rappresentare anche la sua categoria oltre sé stesso. Come la donna, del resto.

Ennio Valtergano ha detto...

Intelligenza significa innanzi tutto libertà da servitù intellettuali e culturali. Significa libertà dalla necessità del successo e dalla fobia dell'insuccesso. E significa libertà dagli schemi, da qualunque tipo di schema, compreso quello di sentirsi obbligato a "rappresentare", per identificazione di genere o anche ideologica, questa o quella categoria, specie quando le cosiddette categorie si fanno portatrici di idee rancide, già soffocate dalla polvere del tempo il quale, per fortuna sia degli uomini che delle donne, provvede da sé a rigenerare i modi di pensare. E i modi di pensare sono tanti, ciascuno con la propria storia e le proprie logiche: possono essere studiati, compresi, ma non per questo condivisi. Questo, indipendentemente da ogni valutazione, sia essa etica, economica o semplicemente opportunistica, vale anche per il modo di pensare che pretende di confinare l'essere umano nell'angusta definizione di target pubblicitario.

Punto ha detto...

Lo sai che mia nonna ha un vestito così...

Franci83 ha detto...

Durante il Rinascimento, gli abiti si arricchirono di maniche a sbuffo e spacchi che lasciavano vedere la fodera, di colore contrastante. In Spagna fu inventato il corsetto, reso rigido dapprima da stecche di metallo e successivamente da quelle di osso di balena. Il corsetto serviva a comprimere il busto della donna e ad alzarle il petto.
Una delle più interessanti novità del Rinascimento fu l’uso, da parte di uomini e donne, di camicie candide, che spuntavano dagli abiti, arricchite da merletti ai polsini e al collo, da gorgiere inamidate e da jabot. L’evoluzione del vestiario maschile fu segnata dall’allungarsi delle brache, di solito riccamente decorate...

gattamorta ha detto...

Bravooo!!!! A quando le presentazioni a Napoli?

yang ha detto...

Perché solo a Napoli?

Ennio Valtergano ha detto...

Benvenuto Punto. Sei fortunato: hai una nonna... rinascimentale.
Ciao

Ennio Valtergano ha detto...

Per gattamorta e Yang.
Benvenuto anche a te Gattamorta (oppure benvenuta?) Ma non mi pare che sia la prima volta, o no?
Spero di fare una presentazione anche a Napoli, ma per Yang dove dovrei farla?

Ennio Valtergano ha detto...

Benvenuta(o?) a Franci83 e grazie per le notizie storiche sull'abbigliamento.
Interessante è anche notare che l'osservazione di Punto a proposito del vestito della nonna testimonia come la moda rincorra periodicamente sé stessa. Per fortuna entro certi limiti: sarebbe curioso, oggi, andare in giro mostrando una foggia come quella rinascimentale. Soprattutto sarebbe poco pratico...

Ennio Valtergano ha detto...

Per Cristina: una puntualizzazione un po' tardiva ma necessaria.

Ho riletto il commento di Lunetta e la mia risposta a seguire. Mi sono accorto, purtroppo solo ora e ne faccio ammenda con l'interessata, che quel mio "riconosco la fondatezza delle sue argomentazioni" in rapporto alla questione dello "zio" si poteva interpretare - e forse lo è stato - come una condivisione del giudizio espresso dall'autrice del commento "su ragazzine a volte troppo impavide o, magari, come nel caso citato, sprovvedute". Per imperdonabile leggerezza non ho notato subito la gravità e l'indelicatezza di un'osservazione, del resto del tutto immotivata perché riferita a persona non conosciuta se non nel nick name - e dunque illegittima -, che si riferiva esplicitamente alla Cristina cortese e genuina del blog.
Pertanto, mi corre l'obbligo di precisare il mio pensiero al riguardo.
No, non condivido per nulla quel giudizio che, se sul piano generale può avere un qualche valore, lo stesso, oltre che essere poco elegante, si destituisce da sé di ogni fondamento nel momento in cui mira a colpire una persona singola, specialmente quando questa ha dimostrato in più di un'occasione maturità negli interventi e serenità di valutazione. Ed è proprio in virtù di questa opinione, soggettiva fin che si vuole, che avevo pensato che cedere a un innocente impulso di familiarità non costituisse un rischio né per l'interessata né tanto meno per il sottoscritto.
Quanto sopra lo dovevo per correttezza, a garanzia della limpidezza dei rapporti innanzi tutto con la giovane frequentatrice del blog(sempre che frequentatrice lo sia ancora), ma anche di tutti coloro che vorranno instaurare un rapporto informale basato sul rispetto reciproco e sulla fiducia.

Boiardo ha detto...

…vagheggiando quei colletti adorni,
tra cedri, aranci e palme pellegrine,
odirno risuonare e trombe e corni
oltra a quel monte… (Orlando Innamorato, Libro II, Canto XIV, 16)
Questo dedicato a Franci83 e nell’attesa che i professori di là dall’oceano (o i nuovi padri) corredinole notizie con qualche gustoso e dotto appunto integrativo.
Buona domenica sera.

Ennio Valtergano ha detto...

Grazie Boiardo. Anche a te auguri di una domenica sera lieta e serena. Sempre che Savio non abbia in serbo uno dei suoi dardi al curaro. Il furbastro, prudentemente, ha imparato a scoccarli in ora tarda, quando la temuta reprimenda o non c'è o, se c'è, è infiacchita dall'abbraccio soporifero di Morfeo.

Savio ha detto...

Meglio un dardo al curaro che uno al curato che non può essere accomunato al pastore sardo in quanto di gusti differenti… O no?

savio ha detto...

MISO… come misoginia
MISO… come mi-sono-stufato di sentir dire che la praticano gli uomini quando invece sono le donne
MISO… come mi-sorprende che Ennio non l’avesse capito (anche se adesso ha ampiamente rimediato).

il cavaliere ha detto...

Sarai un dardo al curaro ma sei anche una freccia imbevuta di acqua santa... verità.

il rosso ha detto...

Nonostante tutte le critiche la vita virtuale insegna che vivere e morire non vanno presi così sul serio se si tratta di personaggi, ma l’amore che mettiamo, dovunque lo mettiamo, va sempre preso sul serio.
Domani vado a cercare il libro per la mia neo-mamma.

Savio ha detto...

Il rosso, che l’amore ce l’ha messo, dimentica che il serio, come l’amore, nasce dal pizzo (o dalla barba) del diavolo…

prof ha detto...

Oggi pomeriggio qui è piuttosto nuvoloso, ma finalmente alle cinque non mi hanno offerto un tè (che del resto è a Boston e non qui). Qui non penso neppure di trovare La Signora del borgo ma non è detto che in futuro non ci arrivi, magari con un bel titolo holliwoodiano. Per parte mia, Tremal-Naik, Yanez de Gomena e il più famoso ‘fratellino’, Axel geniale nipote del professor Lidenbrock, Ned Land con il professor Arronax mi avevano fatto viaggiare per mare, per giungla e per terra, ma da ragazzo non mi ero mai fermato in un borgo. All’epoca noi si pensava a cosa dare agli altri o… alle altre ma l’immaginazione non arrivava a fornire una signora di qualcosa di più di una bella forma soda e muscolosa (non me ne vogliano le gentildonne!). I giovani di oggi sono (vedo) diversi.
E accorreranno numerosi nelle librerie a leggere un’opera che – ne sono certo – vale l’acquisto.
A presto Italia.

Ennio Valtergano ha detto...

Sì Rosso, condivido appieno: si può mettere amore anche in un blog, nel senso che si ama il tipo di legame che si stabilisce con gli inerlocutori che, col tempo e con l'interazione, diventano sempre meno sconosciuti. Sempre che il rapporto sia leale, non strumentale e, come ho più volte ribadito, fondato sul rispetto reciproco. Il mondo è già di per sé pieno di sudiciume e un angolo ove respirare aria pulita, magari rinfrescata dalle acque del Serio, vale le critiche e le amarezze.
Spero che tu riesca senza troppe difficoltà a trovare il libro per la neo-mamma. In proposito vale il suggerimento dato nella sezione dei giovani.
Ti immagino allietato dal viso scricciolo del neo-nato e dagli occhi amorevoli della mamma.
Un saluto caldo e cordiale.

Ennio Valtergano ha detto...

Prof, di te si avvertiva la mancanza e le tue parole giungono quanto mai gradite. Lasciamo Holliwood al mondo dei sogni: a me bastano pochi e affezionati lettori.
Quel 'A presto Italia' lascia ben sperare che ti ritroveremo quanto prima al di qua dell'oceano.
Tienici informati.

Ennio Valtergano ha detto...

Correggo prima che arrivi la sferzata di Savio:
"inerlocutori" sta per "interlocutori" e Holliwood" sta per Hollywood".
Spero, per questa volta, di averla scampata.

savio ha detto...

Mentre il rosso si fa… il serio prof cinge il serico cordone della vestaglia da camera; (anch’io ho visto il tè delle 5 a Boston, ma c’era più vetro che quadro e valeva più la cartolina che la visita). Il rosso non poteva dirtelo perché lui, ora, prende il latte delle 5.

collega ha detto...

Caro Ennio, sono contenta che tu abbia potuto realizzare il tuo sogno. Anche io avevo scritto un romanzo, due anni fa, ma nessun grande editore aveva voluto pubblicarmelo. Avevo solo trovato un piccolo editore che mi aveva fatto pagare ben duemilaottocento euro scaricandomi addosso tutto il peso della pubblicità. Nessuno della famiglia mi aveva sostenuto: mio marito ancora mi rinfaccia la spesa e, quanto ai miei genitori, hanno detto che una madre di famiglia non dovrebbe avere certi grilli per la testa (del resto mio padre non mi ha mai sostenuta).
Puoi dunque dirti fortunato ad avere un editore che crede in te e la moglie e il figlio che ti aiutano nel blog. Forse doveva andare così, forse sono un genio mancato: non lo saprò mai. Ma conforta sapere che non c’è cattiveria ovunque.
Dopo quell’esperienza anche la mia famiglia si sta sfasciando e quindi, probabilmente, sognare per me era stato davvero un errore.
Buona fortuna Ennio, con tutto il cuore, a te, alla tua famiglia e alla tua Signora del Borgo. Magari me lo compro pure (anche se dalle mie parti non ci sono delle librerie che valgano il nome).

Ennio Valtergano ha detto...

Per Collega.
Sono rattristato per le vicende che stai attraversando: immagino il travaglio di una crisi che, sino a quando non ha trovato il suo epilogo, non si sa mai dove porti. Un fatto è certo: ogni crisi, ogni trasformazione, passa attraverso la rottura di un equilibrio e, nell'attesa che un altro si consolidi, resta l'angoscia dell'incertezza e il rammarico per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Un sogno infranto non è mai di per sé l'elemento scatenante di eventi dolorosi, né può valere come misura per il bilancio di un'esistenza. Dunque, sognare non è un errore. L'errore, quando vi è, sta nel non essere in grado di vedere, capire e sostenere i sogni altrui. La mia fortuna sta nell'avere intorno chi i miei sogni sa vederli e amarli come propri, forse perché ha sognato ancor prima che imparassi a farlo io, o perché comincia a intravedere i propri.
Ti ringrazio per gli auguri, che voglio ricambiare con un'esortazione: guarda alla vita con fiducia; il futuro non è mai come lo immaginiamo. Trova la forza di andare oltre. Lo devi a te stessa. Prima di ogni altra cosa.
Ennio

Savio ha detto...

Chi ha i grilli per la testa si porta l’estate nella mente: e solo chi vive nello stesso luogo vive la stessa stagione. E viceversa.

prof ha detto...

Nel posto in cui sono in questo periodo, si sta pensando di edificare alla memoria di chi non c'è più un altissimo giardino con rare specie di piante tutte in verticale. L'idea dei giardini in alto apparteneva già ai babilonesi ma, probabilmente, affonda le sue radici in una concezione molto più antica che vedeva i germogli della vita nella terra delle idee, fertile quando c'erano molti semi diversi, rigogliosa se lasciava fiorire la divina capacità dell'essere umano: immaginare. Anche un domani migliore. Auguri scrittrice d'Italia.

savio ha detto...

Chi vive sognando muore cantando: e scusa se è poco...

Ennio Valtergano ha detto...

Caro Prof, anch'io penso che immaginare sia una capacità divina dell'essere umano, quando immaginare significa saper incubare le idee che diventeranno realtà. Quando asserisco che "il futuro non è mai come lo immaginiamo" intendo dire che non è mai la conseguenza lineare del presente. Forse, in maniera più propria, avrei dovuto dire: "non è mai come lo pensiamo".
Basta intendersi e grazie per avermi offerto il destro per chiarire.

Il Rosso ha detto...

Leggo anch’io (solo oggi) la lettera di “Collega”, giovane artista di penna frustrata nei suoi sogni dal fatto di confonderli (come spesso la sensibilità muliebre porta a fare) con i suoi sentimenti. E dato che siamo oggi nel giorno dedicato a sant’Ambrogio, colgo l’occasione per parlare del fratello, il povero negletto san Satiro di cui nessuno si occupa e di cui non si occuparono nemmeno i potenti quando si trattò di celebrarlo. Restando dunque nel Rinascimento di Nostra Signora del Borgo (inutile cercare una pala con questo nome) la Chiesa Santa Maria presso San Satiro risalente al IX secolo, committente il duca Galeazzo Maria Sforza, volle ingrandirsi per custodire un’icona miracolosa ma, al momento di farlo, la diocesi non ebbe i necessari permessi. Il giovane progettista e pittore marchigiano Donato Bramante, che avrebbe dovuto realizzare - come da disegno - un'abside regolare di 9 metri e 70, poteva rinunciare… Invece accettò la sfida e fece costruire un finto spazio in prospettiva con una volta in stucco profondo soltanto 97 centimetri ma in grado di suggerire una profondità di molto maggiore, antesignano di tutti gli esempi di trompe l'oeil trasferito dalla scultura all'architettura.
A due passi dal celeberrimo Duomo milanese, in via Torino, il capolavoro del Bramante è ancora visibile oggi a testimonianza di quanto l’immaginazione può fare: concretamente, anche nei secoli…

savio ha detto...

Da chi immagina di parlare a chi parla di immaginare...: si im-pala sempre.

prof ha detto...

Neve, vento e tra un paio d’ore sarà buio. Eppure amo questa città quanto la bella Italia (forse non così paese del sole in questi giorni ma pur sempre figlia di Roma). Per chi, come me, oggi è anche più vecchio di un anno nevica il doppio, anche sui ricordi. Tuttavia, una Donna del Borgo di là dall’oceano attende di prender vita nella mia mente. A questo Natale a venire e a Ennio, scrittore femminino, l’augurio di un felice Anno Nuovo e ottime feste.

Ennio Valtergano ha detto...

Caro Prof, scusa il ritardo, ma solo adesso leggo il tuo commento nella sezione dedicata alla copertina e scopro così che ieri era il giorno del tuo compleanno. Auguri vivissimi. Anche per me, oggi, inizia un nuovo anno che va ad aggiungersi a quelli già alle spalle e anche sui miei ricordi, come sui tuoi, nevica abbondantemente.
Ricambio gli auguri di Buone Feste, che accompagno con una domanda: ma tornerai in Italia? La Signora del Borgo ti aspetta.
Con simpatia, Ennio.

Diletta ha detto...

Ciao Ennio!
Che dire.. ho appena finito di leggere il libro e ancora sono qui che pondero su tutto quello che tra le righe si cela....su quanto già sapevo della filosofia che trapela dai personaggi di Giselle e della Signora..e su un sacco di altre cose che si legano in modo piu o meno bislacco ai temi del romanzo...
E' stata una lettura avvincente.. finalmente un libro dove le descrizioni non risultassero noiose o inutili..dove i personaggi sono costruiti in modo tale da renderli familiari sin dalle prime righe.. poi vabbeh.. questione di gusti ma.. credo che la trama meriti un secondo episodio sai?! :p