Presentazione

Questo spazio, amici lettori, è dedicato a voi.


Nato inizialmente per presentare al pubblico il mio primo romanzo, La signora del borgo
, il blog ha registrato subito le prime recensioni dei lettori e si è arricchito successivamente di molti altri argomenti che non erano soltanto quelli relativi ai temi trattati nel romanzo. Col trascorrere del tempo il blog si è caratterizzato sempre più come uno spazio multitematico, riempito soprattutto dai tantissimi commenti dei frequantatori, alcuni dei quali veri e propri fedelissimi, presenti sin dalla nascita del blog e tutt'ora attivi.

La pubblicazione del secondo romanzo, La fucina del diavolo, anch'esso edito per i tipi di Bastogi, insieme con le immancabili recensioni, ha ulteriormente alimentato i temi di discussione, accentuando il carattere del blog di volersi presentarsi come spazio aperto ma anche con uno stile proprio. Uno stile che lo ha contraddistinto sin dall'inizio e che, per certi versi, lo ha reso unico fra i tanti spazi interattivi presenti nel web: moderazione negli interventi e mantenimento del confronto sul piano delle opinioni.

Tutti coloro che vogliono far sentire la propria voce sono dunque i benvenuti e tutti devono sentirsi liberi di trattare gli argomenti che ritengono possano essere di interesse degli altri partecipanti alla vita del blog. Riservo a me stesso il ruolo di moderatore, ruolo che, per altro e fino a ora, non ha mai avuto motivo di andare oltre l'invito a tenersi nei limiti tracciati dagli stessi frequentatori.

Bene arrivati a tutti, dunque, e fatevi sentire.

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Spizzicando nella quotidianità

9 Settembre 2011 - Pensiero del giorno

La vita è come un aquilone, legato a un filo tenuto dalla mano infantile del fato.


17 febbraio 2012

Il pensiero va a Giordano Bruno, arso in Campo dei Fiori. Da allora si sono spente le fiamme del rogo, ma non quella della libera investigazione sulla natura dell'universo e dell'uomo.


14 marzo 2012

All'essere umano non è dato scegliere se essere o no intelligente, in compenso gli è dato scegliere se comportarsi da stupido.


7 Aprile 2012

Agli amici del blog i miei auguri per un rinnovamento radicale del loro Essere e che questa luna piena di Primavera faccia risorgere in loro, risplendente di nuova luce, la gioia per la Vita nel e per il Bene.

Le interviste a Ennio Valtergano

La Signora del borgo è stata ospite di Container, il programma culturale di Radiogoccioline, la radio web a diffusione globale.

Per riascoltare l'intervista trasmessa da Radiogoccioline clicca qui


Servizio TV sulla presentazione di Reggio Calabria del 28.12.2010

Per gli amici che lo desiderino, è possibile guardare il servizio sulla presentazione del 28.12.2010 a Reggio Calabria.

Il servizio, completo di intervista, è stato trasmesso da ReggioTV nel corso del Telegiornale del 29-12-2010 ore 14.

Per guardare il servizio, entrare nella Home Page di RTV e cercare, dopo aver cliccato nel riquadro "Guarda il telegiornale", il tg del 29-12-2010 ore 14. Servizio TV sulla presentazione di Reggio Calabria del 28.12.2010

Leggi l'intervista all'autore e la recensione al romanzo pubblicate l'8 marzo 2011 sulla rivista on-line Mondo Rosa Shokking , a cura di Carlotta Pistone

http://www.mondorosashokking.com/Morsi-Dal-Talento/Intervista-a-Ennio-Valtergano/


http://www.mondorosashokking.com/Dalla-Libreria-Rosa-Shokking/La-Signora-del-borgo-di-Ennio-Valtergano/


Una nuova intervista è stata pubblicata al link sottostante

http://www.ilpiacerediscrivere.it/intervista-ad-ennio-valtergano/



mercoledì 7 settembre 2011

Il cinema italiano d'autore ritorna per la penna di Valtergano

Per gli amici del blog, riporto la recensione sottostante, scovata sul sito http://www.ciao.it/

La fucina del diavolo" di Ennio Valtergano. Avvincente quanto una giornata a Gardaland e impeccabilmente storico quanto un libro di Umberto Eco. C'è l'amore e il giallo alla tenente Colombo, c'è l'erotismo mai volgare e l'abilità cinematografica dei film di Charlie Chaplin che restituisce spaccati di quotidiano ancora attuali. Presi dall'incalzare di un'avventura costruita ancora con la tecnica del contrappunto, come ne "La Signora del borgo", si corre il rischio di non notare la fluidità narrativa e la vivacità di ambienti e paesaggi realisticamente restituiti. Le emozioni e i sentimenti sono degni della miglior recitazione teatrale, con un verismo che meriterebbe di sostare sulla pagina, resistendo all'impulso prorompente di sapere come andrà a finire... Giselle si è fatta donna, ma guarda oltre l'amore di un uomo. Adinolfi pare costruito con l'acciaio dei suoi occhi grigi, ma in fondo si comporta come il soldato di una Legge sovrumana. L'efferatezza di chi ha detenuto e perso il potere tocca punte che nulla invidiano alla cronaca più nera. Il fulgore della speranza e della tenacia, che spesso appaiono inutili e perdenti, è coperto da un velo degno della nebbia londinese... Ma siamo fra Bologna, Forlì e il Montefeltro, in un XVI secolo appena embrionale cullato da scienza e religione e proteso alla ricerca dell'uomo.

Dopo l'affresco del primo libro, questo quadro vivente dell'Italia-che-fu merita le ore che Valtergano ci regala e, sicuramente, un posto in biblioteca.

68 commenti:

tauriscia ha detto...

Bella questa intervista! Chi l'ha scritta? Quale giornale?

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Tauriscia, si tratta di una recensione scovata per caso in uno dei siti presenti in rete; per la precisione, www.ciao.it

il link completo è il seguente:

http://www.ciao.it/La_fucina_del_diavolo_Ennio_Valtergano__Opinione_1328404

Il rosso ha detto...

Caro Ennio, ho visitato il Festival della Letteratura di Mantova – che è ancora in corso fino a domani – È un’esperienza davvero unica e entusiasmante. Noto che diserti questo tipo di eventi (anche a Pordenone lo scorso anno non c’eri). Qualora decidessi di cambiare linea e di partecipare sappi che qui basta contattare gli organizzatori (magari a festival finito): Via Baldassarre Castiglioni 4 CAP 46100 Mantova, Telefono 0376223989 FAX 0376367047 EMail segreteria@festivaletteratura.it.
Spero di trovarti l’anno prossimo… e di presentarti la mia famiglia.

Ennio Valtergano ha detto...

Caro amico, ti ringrazio per la notizia e soprattutto per le indicazioni per contattare gli organizzatori dell'evento. Anche perché proprio in questi giorni, grazie anche a segnalazioni che mi sono giunte da altre fonti, avevo appunto preso in seria considerazione l'eventualità di parteciparvi l'anno prossimo, organizzatori permettendo, ovviamente.
Laddove si presentassero sviluppi favorevoli, non mancherò di informare te e gli amici del blog. Conoscere te e la tua famiglia rappresenterebbe un privilegio cui, se possibile, vorrei non rinunciare.

Piccola Ketty ha detto...

- Non si può né si deve aver paura della verità e della ricerca della verità - è la cartina al tornasole de "La fucina del diavolo". Emissari di questa ricerca i meteoriti - bolidi di un bagliore accecante - che solcano il cielo in pieno giorno segnando il fiorire dell'uomo nuovo che permea la fine '400. Per Giselle, ormai donna e innamorata, sono l'occasione di mettere alla prova sentimenti e ideali: "Il bene è amore, nel senso più esteso del termine, e amore è tutto ciò che fa crescere secondo la propria natura; il bene è conoscenza; il bene è anche volontà diretta a un fine giusto e disinteressato". Ma, si chiederà il lettore, il bene è anche e sempre felicità? Per chi ha letto "La Signora del borgo" c'è la compiaciuta meraviglia di scoprire un Valtergano ancora diverso, diabolicamente bravo. Nonostante i timbri d'autore, rappresentati dalla nitidezza tridimensionale dei caratteri e dallo stile scorrevolmente classico, qui il viaggio interiore si concretizza in viaggio fisico che dà al primo l'occasione di provarsi. Quello che ne "La Signora del borgo" era giallo, qui diventa thriller, l'ambiente rurale si cambia in cittadino; il gioco passa dalle mani delle donne a quelle degli uomini. Cecco, finalmente medico, morde il frutto oltre lo specchio; il signore della cittadella, in un gioco alla Alice B. Toklas, si merita un nome quasi solo per rivelare nell'allievo la maestria di Cornelio Adinolfi; l'immancabile Costanzo Guiderdini sfoggia un'anima tanto nera da consentire a tutti di sviluppare la foto della propria sulla sua. E poi ci sono i nuovi: Giovanni, di cui si può dire grande in ogni senso; Terenzio Gramellino, mercante di occasioni; il conte Ottaviano, che gioca a scacchi con la vita ma ha imparato a farlo seriamente; Ludovico Ruperti, nei panni di un Cetto Laqualunque di una nobiltà in declino. È un libro che si fa amare. Tutto. Da subito. Con passione viscerale. Una vera perla delle letture d'autunno.

Ho letto questa recensione su IBS e mi sono detta "SE UN LIBRO HA UNA RECENSIONE COSI' DEVE ESSERE UN CAPOLAVORO". Quindi penso che lo comprerò approfittando dello sconto. Ma guai a te se mi deludi Valtergano! Scherzo naturalmente... ma non troppo.
Ti scriverò ancora...

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Piccola Ketty (il nick name mi piace perché mi ricorda una deliziosa canzone degli anni Sessaanta)...non ti deluderò, non foss'altro per non farmi piovere addosso guai indesiderati, e scrivimi ancora. Ti leggerò volentieri.
Grazie per aver riportato questa splendida recensione non ancora vista.
Serena notte.

milascolano ha detto...

Domenica scorsa, alle 15.08 italiane, la Nasa ha lanciato da Cape Kennedy un razzo con due navicelle gemelle che entreranno in orbita attorno al nostro satellite naturale. Il nome della missione è “Grail”, cioè “Graal”, e ha l'obiettivo di misurare con precisione il campo gravitazionale della Luna. In particolare quelle piccole variazioni, già rilevate all'epoca dell'Apollo, che potrebbero svelare il segreto della sua nascita.
L'ultima ipotesi al riguardo è affascinante. In un lontano passato, infatti, la Terra avrebbe avuto non una, ma due lune. Entrambe generate dalla collisione, avvenuta circa quattro miliardi di anni fa, fra il nostro pianeta appena nato e un altro corpo celeste delle dimensioni approssimative di Marte. Per un certo periodo il più piccolo dei due satelliti sarebbe rimasto in equilibrio fra l'attrazione gravitazionale della Terra e quella del fratello più grande. Poi si sarebbe schiantato su quest'ultimo creando la Luna che noi conosciamo. Una teoria discussa, ma che potrebbe spiegare fra le altre cose la profonda diversità tra le due facce: dominata dai grandi “mari” di lava quella rivolta a noi, aspra e montuosa quella nascosta.

Ennio Valtergano ha detto...

La scienza, per impostazione metodologica, procede per teorie le quali, partendo dai dati disponibili, cercano di inquadrare i fenomeni osservabili all'interno di modelli coerenti e suscettibili, se la teoria si mostra particolarmente efficace, di dar conto anche dei dati che verranno eventualmente raccolti attraverso osservazioni future.
Nulla da eccepire sul metodo e tuttavia è anche bene non dimenticare che, come soleva spesso ripetere Einstein, se tutti gli esperimenti a esito positivo non sono sufficienti per confermare definitivamente la bontà di una teoria, è sufficiente al contrario un solo esperimento negativo per confutarla senza appello.
Il modello interpretativo che ci riporta l'amico Milascolano è senza dubbio suggestivo ma - mi domando - oltre all'ipotesi teorica e all'indizio delle indubbie diversità morfologiche mostrate dalle due facce lunari, quali elementi probanti sono oggi disponibili per accreditare con convinzione l'ipotesi avanzata? Forse il rilevamento di anomalie dell'orbita o anche perturbazioni del campo gravitazionale potrebbero fornire qualche indizio in più... chissà. Aspettiamo i risultati.
Un fatto tuttavia è indubbio: oggi, ad avanzare ipotesi, anche se eterodosse rispetto ai modelli consolidati, sulla natura dei fenomeni celesti non si corre il rischio di trovarsi nella scomoda posizione che deve invece sostenere il buon Cornelio Adinolfi. Per fortuna, in materia di investigazione scientifica e di libera espressione delle idee, un po' di strada è stata fatta e si è persa anche la brutta abitudine di accendere roghi. Per lo meno quelli alimentati da fascine e sterpi.

prof ha detto...

Caro Ennio, il tuo libro è stato apprezzato anche qui in Africa dove sto lavorando con altre persone sulle sperimentazioni condotte da Edward Leedskalnin. Chi l’ha laetto l’ha apprezzato, ma non abbiamo molto tempo per leggere.
Auguri di un ottimo autunno e di un altrettanto ottimo consolidamento delle pietre (pardon! dei libri) usciti dalla tua fucina.
Fraternamente…

Ennio Valtergano ha detto...

Se non erro Leedskalnin ebbe contatti con Tesla e, come questi, fu molto discusso per ipotesi scientifiche che allora - e credo ancora oggi - apparivano eretiche. So che gli interessi di Leedskalnin spaziavano dal magnetismo al mistero associato alla costruzioni delle piramidi. Sarebbe troppo, caro Prof, chiedere a quale settore si riferiscono le sperimentazioni alle quali tu ed altri state attendendo? E comunque non posso nascondere la mia sincera ammirazione per la poliedrica sfaccettatura dei tuoi interessi e per la straordinaria e variegata cultura che a essi è sottesa. Sperando in una tua risposta, cosa posso dire? Buon lavoro e che i risultati siano propizi per ampliare il dominio del conosciuto.

prof ha detto...

Oggi, per varie ragioni, i lavori sono fermi. Quindi rispondo alla tua legittima curiosità indicandoti che il settore cui si riferiscono le sperimentazioni è il medesimo su cui indagò Pier Luigi Ighina: purtroppo la fisica moderna spesso ha disdegnato lo studio delle forze cosmiche considerate per la loro combinazione e per la loro possibilità di interferenza. E, riguardo ai monopoli…. in effetti non è un caso che, nel celebre gioco da tavolo, Largo Colombo sia davanti al gran Sasso.
Per quanto possibile ti terrò informato.
Buon lavoro.

pepper ha detto...

Caro Ennio, il tuo blog sta andando sulla metafisica... Lo sapevi che Battiato aveva dedicato una canzone a Ighina? Te ne riporto il testo... complicato quanto il solito prof!
POLLUTION
La portata di un condotto
è il volume liquido
che passa in una sua sezione
nell'unità di tempo:
e si ottiene moltiplicando
la sezione perpendicolare
per la velocità che avrai del liquido.
A regime permanente
la portata è costante
attraverso una sezione del condotto.
Atomi dell'idrogeno
campi elettrici ioni-isofoto
radio litio-atomico
gas magnetico.
Ti sei mai chiesto quale funzione hai?

cristina ha detto...

Aiuto! Quasi quasi era più facile il greco…

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Pepper, della canzone di Battiato credo di aver capito bene solo quella che conoscevo come Legge di Castelli, che recita più o meno così:
"In una condotta a regime la portata è costante in ogni sua sezione", che tradotto significa che se la condotta si restringe aumenta la velocità del liquido che l'attraversa e viceversa...
Ma questa è fisica e non metafisica, anche se la metafisica di tanto in tanto non mi dispiace affatto.

Ennio Valtergano ha detto...

Cristina sei simpaticissima!

prof ha detto...

L’Università Tor Vergata di Roma ha esaminato monili fenici e punici dai filamenti metallici di diametro pari a un decimo di mm presentanti tracce di elettrosaldatura per deposizione galvanica; granito e diorite lavorati nell’antico Egitto davano superfici lisce a un cinquantesimo di mm; blocchi da 300 t sono stati traslati non solo qui in Africa ma anche in giro per le Ande; centinaia di reperti dimostrano la presenza di una tecnologia umana antica di milioni di anni e Tesla, Leedskalnin e molti altri sono morti o ridicolizzati (a seconda del livello di dimostrazione esibito). Forse è troppo semplice pensare ad un elettromagnetismo del futuro che sostituirebbe l’energia attuale… Altro che greco. Con affetto.

Ennio Valtergano ha detto...

Non vorrei esagerare, ma come Prof sono dell'idea che ci troviamo in una condizione analoga a quella nella quale si trovava Cornelio Adinolfi: sono ormai innumerevoli i dati che si pongono in forte contraddizione con ipotesi assurte al rango di verità dogmatiche indiscusse e indiscutibili e v'è bisogno, ora come non mai, di una visione nuova e coraggiosa, a partire proprio dalla storia dell'umanità. Bisognerebbe riscrivere la nostra storia secondo una scala temporale che non può essere quella lineare che va dal tardo paleolitico ad oggi e tener conto di ciclicità evolutive segnanti nascite e tramonti di molteplici civiltà, ben anteriori all'angusto periodo racchiuso tra neolitico ed era odierna.

Il rosso ha detto...

A questo proposito consiglio un'occhiata alle grotte dell'Addaura vicino a monte Pellegrino: risalgono al Paleolitico ma... le figure sono assolutamente discordanti rispetto a tutte le altre dell'epoca. E cosa significano poi... nessuno lo sa.

caterina ha detto...

La verità di oggi può diventare l'eresia di domani e l'eresia di oggi la verità di domani. Così dice Cornelio Adinolfi e io sono daccordo con lui e con voi tutti.

Ennio Valtergano ha detto...

Sono andato a vedere le immagini suggerite dal Rosso. In effetti non è facile intuirne il significato e purtroppo il grado di dettaglio che si riesce a cogliere in quelle riprodotte nel web non è sufficiente a formarsi una idea neppure approssimativa. Vedrò di documentarmi meglio, pur tenendo presente quanto Caterina ci ripropone attraverso le parole di Adinolfi.

Sciacca ha detto...

Infatti le pietre bifacciali trovate da Gerlando Bianchini andavano indagate…

savio ha detto...

E certo che con gente che scrive in questo modo e noi poveri lettori che facciamo solo simpatia, al povero ennio non è semplice mantenere 'o carro p''a scesa...
Come ti va scrittore questa fucina senza notorietà (ma chi l'ha detto?) ma con tanta gente che ti vuole bene?

Ennio Valtergano ha detto...

Caro Savio, quello della notorietà non è poi un gran problema, anzi non lo è per nulla, specialmente e soprattutto quando si sente intorno la simpatia degli amici come te. Grazie.

Ennio Valtergano ha detto...

A proposito di nanosecondo.
Ha fatto grande notizia la scoperta recentissima secondo la quale il neutrino viaggia più velocemente della luce di "ben" 60 nanosecondi. Ora, mi dico, 60 nanosecondi sono 60 miliardesimi di secondo, e mi chiedo: quale è l'incertezza di misura nella più recente e attendibile misurazione della velocità della luce? E quale è l'incertezza associata alla misurazione della velocità del neutrino nell'esperimento di cui si tratta? Se l'incertezza, in un caso o nell'altro, fosse vicino ai 60 ns ci sarebbe parecchio da discutere sul vero valore scientifico della "scoperta".
C'è, fra i visitatori del blog, qualche fisico che al riguardo possa fornire qualche chiarimento?
Ove fi fosse, mi piacerebbe conoscere la risposta, anche perché avrei in mente qualche altra osservazione.
Attendo fiducioso.

sciacca ha detto...

Allo stato attuale la precisione sulla misura della velocità della luce è talmente elevata da consentire di distinguere scarti addirittura diecimila volte più piccoli di quelli appena pubblicizzati.
La vera rivoluzione però non sta tanto nella distanza che i neutrini sono in grado di percorrere ma nel fatto che la loro maggior velocità rispetto a quella della luce, se verrà confermata dalle future sperimentazioni dei pari, porterà a variare la quantità di dati necessaria a calcolare la quantità di tempo trascorsa fino ad ora nell’universo e, di conseguenza, a una recessione verso la teoria dello spazio stazionario.
Inoltre, una particella che si trasla in un mezzo fluido incompressibile per la resistenza incontrata, contrae radicalmente il suo volume. E poiché ogni particella è formata da altre particelle più piccole, è evidente che la distanza che le separa si accorcia. Così, diminuendo il volume e rimanendo costante la massa, la densità aumenta. Da cui il neutrino, attraversando la materia oscura fino oltre i buchi neri che invece trattengono la luce, potrebbe fornire quella creazione di materia necessaria a mantenere costante la densità media così che la Legge di Hubble troverebbe spiegazione e non vi sarebbe slittamento verso il rosso né Big Bang originario. Del resto, già Aristotele negli Analitici già parlava di una scienza universale ben prima del nostro slancio verso la teoria del tutto e in linea con Laplace più che con Zichichi…

cristina ha detto...

No!!! Anche Sciacca no!!! Mi arrendo… Non ho i numeri per frequentare il tuo blog Ennio! Io ero partita solo con Giselle e lei sì che riuscivo a capirla…

prof ha detto...

Cara Cristina, mettiamola così: Laplace asseriva che una Mente che conoscesse tutte le forze della natura conoscerebbe anche il futuro quanto il passato perché lo spazio e il tempo cesserebbero di esistere. E se il pensiero funzionasse per neutrini? L’illuminazione mentale allora sarebbe un a realtà tangibile e così pure la divinità nell’essere umano…

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Cristina, faccio subito mea culpa per la provocazione indebita! Sciacca, cortesemente, ha risposto a un quesito da me posto su un argomento molto attuale. Questo blog, che diventa sempre più multitematico, vuole anche essere uno spazio dove conversare liberamente e nel quale ciascuno, altrettanto liberamente, decide se e su quali argomenti far sentire la propria voce. Per questo, noi tutti ci aspettiamo che tu non abbandoni il blog soltanto per una temporanea digressione a sfondo scientifico.
Una preghiera: lascia stare i numeri, perché se ne danno già troppi in questo sfortunato Paese!
Prof ha ricondotto la questione a quella che fa da sfondo ai due romanzi: il problema della conoscenza umana. E non è, questa, una questione da poco. Dunque, se la scienza rivoluziona le proprie certezze per aprire prospettive nuove, noi tutti, come Eliside, Adinolfi e la stessa Giselle, non possiamo non accogliere con favore quella che potrebbe presentarsi come una nuova alba per l'umano sapere, a partire dall'origine dell'universo, la cui teoria più accreditata, quella del big bang, mi è sempre risultata inaccettabile e alla stessa ho sempre preferito l'altra, quella eretica dello stato stazionario. Credo infatti che sia solo per vizio della nostra struttura biologica, abituata a pensare in termini di nascita e di morte, che induce, per traslazione analogica sul piano concettuale, a pensare che anche l'universo debba avere una nascita e perciò una morte.
Vorrei concludere qui queste mie modeste riflessioni riportando le parole di Cornelio Adinolfi: "La verità di oggi può diventare l'eresia di domani e l'eresia di oggi la verità di domani."

milascolano ha detto...

Non sono un fisico ma mi pare che la legge di Hubble discenda dall’ipotesi che la densità resti sempre la stessa dappertutto: questa legge dunque resta valida sia nella teoria della relatività generale che in quella dello spazio stazionario se quest’ultima dimostra che è possibile creare nuova materia. Cioè, la dimostrazione di un universo in evoluzione costante – quindi non statico – non necessariamente implica un Big Bang...

erminio nadieri ha detto...

Si stanno dicendo una quantità di cose ASSURDE. La luce non ha una velocità ma solo la nostra osservazione. Il mondo non esiste nel modo in cui NOI lo vediamo ma per come E’ e per come DIO lo ha creato nonostante l’eresia dei massoni di ogni tempo Newton compreso.

Sciacca ha detto...

Se è solo per questo la nostra osservazione crea la religione come crea la scienza. E anche la vita appare assurda visto che si sa che è compresa fra una nascita e una morte, tuttavia noi invecchiamo concretamente come concretamente vediamo luce e buio. La pretesa di concepire nell’ambito del nostro esistere qualcosa al di fuori del nostro esistere…, beh, questa si è assurda. E insostenibile.

cristina ha detto...

Beh, sono contenta. Almeno i cretini quando parlano li capisco... Senza offesa per i cretini che tanto, in quanto cretini, non capiranno che si parla di loro.

cristina ha detto...

Caro Erminio, ma poi il libro di Ennio lo hai letto? se sei ancora qui vuol dire che gli hai dato critica favorevole...

savio ha detto...

Sarebbe interessante farci raccontare da erminio cosa ha capito del libro di Ennio...

Il Cavaliere ha detto...

Strano caso, quel tale Laplace di cui parla Sciacca non è certo passato alla storia per essere un grande cattolico. Idem Cecco d'Ascoli, Giordano Bruno, Galileo, Newton e tanti altri che in Santa Madre Chiesa non hanno trovato granchè. Ci sarà un motivo? Inoltre mi pare assurdo che la vita possa essere l'espressione dell'inutilità stessa! A parte il fatto mi appare di per sè illogico, ma non è neanche gratificante pensare che uno campi cent'anni per stare poi un'eternità a fare assolutamente nulla. Non è invece più naturale pensare che si è parte di un Tutto o di una Legge Naturale che è la Natura stessa e parte integrante di essa? Non è più interessante credere di essere cellule di un Cosmo che crea materia e vita dalle sue viscere più profonde? E per di più cellule a cui è data la possibilità di sentirsi cosmo tutto e rendersi conto dell'altissima funzione a cui si è chiamati, magari evolvendosi nel tempo? Ma no, più comodo pensare che ci sia qualcuno che decide per noi, così almeno quel 90 per cento di materia grigia che abbiamo inutilizzata rimane lì ad ammuffire indisturbata. Non corriamo il rischio di ragionare troppo. Qual è l'utilità di vivere ragionando se tanto poi ci pensa San Pietro ad aprirci le porte del paradiso, luogo di poche domande e quasi nessuna risposta, luogo che, così stando le cose, sarebbe di premio all'inutilità e in cui l'ignoranza parrebbe la virtù dominante? Naturalmente Erminio, che sarà sicuramente andato a vedere chi era Laplace e si sarà informato su cos'è un neutrino, alla luce di ciò che è andato a ricercare per farsi una cultura un attimino più ampia di quella di una pecora docile al suo pastore, si renderà conto di aver scritto una fila di assurdità, per l'appunto. Dostojievski diceva che se la verità non fosse Dio, lui seguirebbe Dio e non la verità, ragionando da buon mistico. Ebbene, ormai questa scelta si pone sempre più netta:credere a un Dio che è nato da dove non si sa, oppure credere a un cosmo che sempre più scientificamente si sta arrivando a concepire eterno? Rendersi conto di far parte di un Universo eterno e madre, oppure a un Signore che per creare ha bisogno del ventre di una donna (creatura creata dalla costola di un uomo)? Erminio, per parlare sarebbe bene conoscere quello di cui si parla e non aprire la bocca (ops, il pc) solo perchè c'è un momento libero da occupare. Ma mi pare che questo fosse già stato detto quando ci avevi illuminato dall'alto della tua cultura sull'opera di Ennio.

prof ha detto...

C’è nel pensiero qualcosa che prescinde la soggettività e che, ciononostante, ha massa perché ha impatto. I fenomeni di telepatia, preveggenza, bilocazione che hanno costituito l’esperienza di diversi santi dimostrano infatti che vi è un quid, dentro di noi, in grado di prescindere dall’individualità. I cristiani, che lo chiamano Dio, si rifanno alla medesima tradizione ebraica che colloca nell’essere umano la capacità di riconoscere ogni entità vivente (questo è appunto il ‘dare nome’). Nondimeno se si parla di riconoscere si significa la proprietà implicita all’uomo adamitico (quindi all’uomo integrato alla sua sposa) di sentire il tutto dentro di sé. In tale prospettiva si pone anche l’ipotesi di Laplace di una condizione atemporale e a-spaziale.
Bisogna però osservare che questa modalità umana è affatto fugace quanto rara e che, normalmente, viviamo nella relatività. Ed è questa relatività che ci porta a essere tutti, episodicamente, cretini (dal Latino “christianus” con l’accezione di semplice, innocente, plasmabile) nelle mani degli eventi e delle forze naturali, ivi compresi gli entusiasmi e i personalismi.

Ennio Valtergano ha detto...

Voglio credere, fortemente credere, che non ci siano cretini a frequentare questo blog, ma solo portatori di opinioni differenti, semmai espresse più o meno compiutamente e più o meno chiaramente. Ripeto ciò che ebbi a dire qualche tempo fa: ciascuno di noi è figlio della propria storia e anche l'intolleranza, ove essa si verifichi, è figlia essa stessa di altra intolleranza e genera ancora intolleranza.
Ciascuno deve perciò sentirsi libero di esprimere ciò che pensa senza timore di possibili giudizi di qualunque genere, sempre che la libera espressione non diventi invece formulazione di giudizio. Le opinioni si contrastano con le opinioni, ma soprattutto con i fatti, meglio se incontrovertibili. La verità, poi, è quella della natura eterna ed eternamente fattiva, che procede disinteressandosi bellamente delle opinioni nostre le quali, se non vogliono apparire del tutto strampalate, è bene che siano costantemente ancorate ai dati e ai fatti osservabili. Che poi la realtà ontologica dell'universo sia o meno conoscibile è, per l'appunto, materia di controversia di opinioni e dunque la questione lascia il tempo che trova. Altra cosa, invece, è l'osservazione scientificamente condotta del modo in cui la natura opera e altra cosa ancora è procedere, umilmente ma con consapevolezza, sulla via che porta alla conquista della propria dignità di vivente e, insieme ad essa, della piena assunzione della responsabilità dei propri pensieri, delle proprie parole e dei propri atti. Delegare la nostra responsabilità, o attribuire le nostre incapacità e capacità a questo o a quel creatore è, mi pare, un modo non maturo di porsi di fronte a noi stessi. Ora, rivendicare all'uomo il diritto alla libertà di investigazione e dunque alla emancipazione da ogni forma di dogma, sia esso scientifico o religioso, non credo che implichi necessariamente avere appiccicata l'etichetta di massone, pur rispettando, beninteso, i massoni come i credenti. E pur rispettando il diritto di ciascuno di essere "intelligente" o "cretino". Inteso il termine, ovviamente, nell'accezione appena illustrata da Prof.

Anonimo ha detto...

Ciao Ennio, buonasera a tutti.
Per favore, approfitto di questo blog per carpire qualche risposta ai miei molti insoluti quesiti di questi giorni.
Premetto che non ho mai studiato fisica e che sono quasi allo stesso livello del nostro ministro dell’istruzione (quasi, io a differenza sua sto appunto cercando di informarmi).
Ho letto con molta attenzione il post di sciacca e non ho capito un gran che. Men che meno ho capito come si fa ad arrivare al pensiero e alla divinità partendo da un neutrino (?!?).
Dato che siamo in tema, qualcuno può illuminarmi?
Grazie. Marilena

Sciacca ha detto...

Per Marilena, Cristina e tutte le altre amiche e con il permesso di Ennio…
La massa è la quantità di materia di cui è composto un corpo.
Dato che non tutta la massa ha la stessa densità viene più facile definire la massa per il suo comportamento che per la sua composizione e quindi si dice che la massa si può misurare per la resistenza che un corpo qualsiasi oppone alla sua accelerazione.
Nell’universo la massa più densa che ci sia è quella dei buchi neri e lo sappiamo perché la loro accelerazione è enorme… in negativo. Infatti tutto quello che passa vicino a un buco nero non può fare a meno di entrarci dentro e di sparire.
I buchi neri si chiamano così perché i corpuscoli dell’onda elettromagnetica della luce ne vengono attratti provocando un mutamento di polarità che fa ritorcere il raggio su se stesso.
Per immaginare questi buchi bisogna pensare a un elastico teso al massimo e poi arrotolato su se stesso così che la deformazione si risolva in una torsione spasmodica.
Parliamo ora del neutrino: nasce come avanzo di un’esplosione di neutroni per differenza tra i protoni e gli elettroni che ne vengono generati e la quantità prima dell’esplosione.
L’aver dimostrato che il neutrino è più veloce della luce significa in realtà l’aver dimostrato che i corpuscoli che precipitano all’interno dei buchi neri non spariscono ma producono una scia di energia. Tale energia, in una sorta di effetto domino, invertirebbe la torsione del buco nero (vedi elastico suddetto) da cui l’emissione di energia elettromagnetica e il conseguente ritorno della luce in forma di buco bianco o stella che rappresenterebbe il processo di creazione inverso.
Il neutrino potrebbe perciò essere la dimostrazione del punto limite del decadimento della materia (o della sua implosione per meglio dire), una sorta di Giano bifronte che nell’incontrare se stesso si annulla e ricomincia la creazione.
In parole povere, il respiro di Dio… che farebbe incontrare scienza e religione.
Ci sono diverse implicazioni però. Padroneggiare questa energia significherebbe disporre della causa della fusione, un po’ come dire che si potrebbe esportare il sole.
Spero di essere stato chiaro…
Buonanotte a tutti!

Ennio Valtergano ha detto...

Devo annotare che il mio blog è dotato di intelligenza propria e di capacità di autogestirsi. Mi spiego.
Stavo scrivendo la risposta per Marilena ed ero giunto quasi alla fine quando, a un certo punto, mi è scomparsa d'improvviso la finestra del commento e il blog mi ha presentato la situazione anteriore al commento di Prof, quella che c'era intorno alle 18.40. Quasi irritato al pensiero di dover riscrivere tutto daccapo, avendo perduto quel che avevo scritto fino a quel momento, ho dovuto procedere a un aggiornamento (refreshing) dello stato...ed ecco che mi trovo l'ultimo post di Sciacca, quanto mai esaustivo e che ha reso immediatamente superfluo il mio. Come a dire: inutile che stai a trafficare, quanto serve è già disponibile...
Anomalia fortuita o interazione di natura quantistica?
Buonanotte anche da parte mia.

Ennio Valtergano ha detto...

A conclusione della digressione scientifica di ieri, mi piace riportare quanto scrive Thomas S. Kuhn nella sua opera più nota, "La struttura delle rivoluzioni scientifiche". Khun, che prima di dedicarsi alla storia e alla filosofia della scienza era un fisico teorico, afferma quanto segue:
"Lo spazio, nella fisica contemporanea, non è il sostrato inerte e omogeneo impiegato sia nella teoria newtoniana che in quella di Maxwell; alcune delle sue nuove proprietà non sono diverse da quelle di un tempo attribuite all'etere..."
E se lo spostamento verso il rosso, osservato negli spettri luminosi della luce proveniente dalle galassie più lontane, non fosse determinato dal supposto allontanamento delle stesse, ma fosse invece da attribuire a una diminuzione della frequenza causata dall'attenuazione dell'energia dei quanti di luce, attenuazione prodotta dall'assorbimento dell'etere?
Nel caso, vi sarebbe ancora bisogno di parlare di universo in espansione e dunque di big bang?
Buonanotte amici, da domani si parla d'altro.

Madame ha detto...

Se due buchi neri si uniscono lo spazio-tempo che li circonda prende a ondeggiare come un mare in tempesta. Un gruppo di ricercatori di Pasadena ha studiato e rappresentato questa immane fusione cosmica e ne ha descritto gli effetti. Si è così evidenziato che la collisione di due buchi neri produce anelli o spirali che si allontanano dal buco nero finale come cerchi di fumo da una sigaretta o violentemente come un fiotto d’acqua da una pompa...
Lo spazio profondo si rivela essere LA FUCINA DEL DIAVOLO per l’umanità.

Ennio Valtergano ha detto...

Madame, il fatto che la mente riesca a concepire, a studiare e a darsi conto di fenomeni prodotti su scale incommensurabili con la nostra quotidiana esperienza è indicativo della grandezza dell'Essere Umano. E comunque, di fronte alla maestosità della Natura, non si può non restare attoniti e umilmente rapiti dal fascino dell'Inconoscibile, di ciò che il nostro Erminio chiama Dio e che io preferisco invece chiamare Legge Eterna, regolatrice di tutto ciò che è, è stato e sarà.

Ennio Valtergano ha detto...

Lentamente, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, la trama si intreccia con l'ordito e, dopo "La Signora del borgo" e "La fucina del diavolo", il terzo romanzo prende consistenza (sarà l'ultimo di una trilogia o il terzo di una saga?)...

Ennio Valtergano ha detto...

Serena e proficua settimana agli amici del blog. Io mi darò da fare perché anche la mia sia produttiva di qualche cosa di buono.

prof ha detto...

È possibile affermare che gli uomini di ingegno non furono mai solo letterati o solo scienziati ma usarono la letteratura per dispiegare la scienza e la scienza per dare corpo alla letteratura. Luciano di Samosata (II secolo d.C.) in Hippias ci parla di navi ridotte in cenere da Archimede per mezzo del suo ingegno, Ibn Sahl, matematico di Bagdad del X secolo riprende gli studi di catottrica in un trattato, Bacone gli esperimenti li fa di suo e Dante, (Purgatorio 15.16-24) canta: “ Come quando da l'acqua o da lo specchio / salta lo raggio a l'opposita parte, /salendo su per lo modo parecchio / a quel che scende, e tanto si diparte/ dal cader de la pietra in igual tratta, / sì come mostra esperïenza e arte; / così mi parve da luce rifratta / quivi dinanzi a me esser percosso; / per che a fuggir la mia vista fu ratta. Dunque l’ottica di Archimede, transitata per l’Arabia, venne nuovamente conosciuta in occidente da un Medioevo più attivo di quel che si creda (Lçeonardo, Cardano, Kircher…). L’Enel del XXI secolo costruisce presso Siracusa, nei luoghi dello storico attacco a Marcello, console romano, un impianto a specchi parabolici e gli uomini di buona volontà vanno a cercare il modo di sfruttare i deserti per immagazzinare il sole.
Parallelamente corre la ricerca spirituale che cerca la vita nell’unico modo possibile: non disperderla.
« La fucina del diavolo » è storia che, ancora una volta, racconta la storia con la storia.

Ennio Valtergano ha detto...

L'ottica del medioevo deve molto dei suoi contributi a Roberto Grossatesta e, successivamente, a Ruggero Bacone, monaco francescano che non disdegnava affatto gli studi di alchimia, intesa come scienza trasmutatrice in senso lato, dunque trasmutatrice anche della natura umana. Ma, più che a questo, vorrei collegarmi a quanto Prof dice in chiusura e che ricorda molto del suo primo post in assoluto, quello col quale fece il suo esordio in questo blog. Lo ripropongo all'attenzione degli amici:
"Che bello tornare alla Storia con l'idea della storia! Un'iniziativa felicissima questo inquadramento storico che certamente potrà aiutare ragazzi e insegnanti a meglio comprendere un momento delicato e...'magico' del nostro passato."
Grazie Prof!

milascolano ha detto...

Per tutti gli appassionati celesti e per gli Adinolfi, i Roggero, le Elisidi, gli Ottaviano, le Giselle di oggi: sabato 8 ottobre appuntamento con la volta celeste. Infatti domani attraverseremo la coda della cometa Giacobini/Zinner da poco passata al perielio trovandoci in una tempesta stellare come non se ne vedevano dal 1933. All’epoca, a Malta, vi furono fino a 23.000 meteore in un pugno di ore, con picchi di quasi 500 al minuto…!!!

Ennio Valtergano ha detto...

Grazie per la notizia, Milascolano e speriamo nella clemenza del tempo e in un cielo che, in coda, sia sgombro di nubi.

boiardo ha detto...

“Aperto è il sasso verso il sol nascente,
Dove è una porta troppo alta e soprana;
Sopra alla soglia sta sempre un serpente,
Che di sangue se pasce e carne umana.
A questo date son tutte le gente
Che sono prese in quella terra strana:
Quanti ne gionge, prende ciascuna ora,
E là li manda; e il drago li divora…”
Questo era l'innamorato Orlando...

tauriscia ha detto...

Ma Valtergano E' o NON E' innamorato?!?!?
Boh!
E ancora ci sei poco su YOUTUBE! Perchè non ti registri le presentazioni?
CIAOOOooo---

Ennio Valtergano ha detto...

Finalmente! Di Boiardo, e dei suoi versi, si sentiva la mancanza da ormai troppo tempo. Bentornato fra noi, allora, e bentornato anche all'Orlando, talvolta furioso e talaltra innamorato.
E a proposito dell'essere innamorati, dovrei rispondere alla curiosità di Tauriscia, ma preferisco che lo scopra leggendo i miei libri.
Per Youtube sto pensando qualcosa di più che la registrazione delle presentazioni... Se ne riparlerà tra qualche tempo. Ciao.

SILVIA ha detto...

Ciao! Sono Silvia e ho letto La Signora del borgo da quasi due giorni. Mi è molto piaciuto e aspetto di leggere gli altri libri. Non credevo che ci fosse ancora posto oggi per libri così e invece mi accorgo che non avevo cercato abbastanza. Bene! Buono a sapersi e meglio così. Adesso ti saluto e ti faccio tanti auguri.

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Silvia e benvenuta. Immagino che sia la prima volta che scrivi un tuo post qui nel blog. Grazie per quanto dici e spero che anche il secondo "La fucina del diavolo" risponda pienamente alle tue aspettative. Fammi sapere.
A presto, Ennio.

Michela ha detto...

Proprio in questi giorni, leggendo i giornali, ho trovato commenti che mi hanno fatto riprendere in mano "La Signora del borgo". Il passo dove si parla dei tempi difficili, con un malcostume generalizzato, pare fatto apposta per descrivere il momento attuale più che il primevo Rinascimento e mi domandavo se anche tu non abbia fatto come Manzoni, scegliendo di ambientare il romanzo nel XV secolo per parlare invece del XXI... E' così?

Madame ha detto...

Anch'io stamane propongo a Ennio un quesito. Partendo dalle recenti scoperte pubblicate su Nature, apprendiamo che nel genoma degli aborigeni australiani oltre a tracce di parentela con i Neanderthaliani vi sono tracce di ominidi vissuti in Asia 44mila anni fa in Siberia (denisoviani). Quindi l'uomo antico viaggiatore avrebbe incontrato altre popolazioni già residenti in altri luoghi della terra. IN più, proprio quest'anno nella grottta di Fiumane si sono rovate prove della capacità neanderthaliana di pensare in modo simbolico: si ornavano infatti di penne e di piume... 44mila anni fa è la data del mammut ritrovato congelato in un fiume siberiano nell'atto di traversarlo con ancora cibo da digerire.
Forse la storia non è come ce l'hanno raccontata e, forse, Platone aveva ragione a parlare di Atlantide?

Ennio Valtergano ha detto...

Rispondo, in ordine, prima a Michela e poi a Madame.

No, non ho fatto di proposito come Manzoni, anche perché non ve ne sarebbe stato bisogno. Senza andare a scomodare G.B. Vico, non occorre molto per registrare che corruzione, malcostume, violenza, prepotenza e malgoverno fanno parte purtroppo della storia dell’umanità di tutti i tempi. Per questo, e sotto questo punto di vista, parlare dei “tempi difficili” della fine del Quattrocento significa per forza di cose riferirsi alle connotazioni di cui sopra, che non sono poi diverse da quelle osservabili al giorno d’oggi e, c’è da scommettere, neppure diverse da quelle che saranno registrate dalle generazioni a venire.
Fino a quando?
Non ho la sfera di cristallo e non azzardo previsioni. Bisognerebbe avere le chiavi per decifrare la traiettoria evolutiva del genere umano e io queste chiavi non le posseggo. Conservo invece la speranza, anzi qualcosa di più di una semplice speranza, basata sulla convinzione che la spinta evolutiva vada in direzione dell’aumento della consapevolezza complessiva. Al riguardo ho una mia teoria: sono convinto che se in un dato momento storico, sulla faccia del pianeta e contemporaneamente, vi dovesse essere un numero di esseri “evoluti” e sufficiente per formare massa critica, allora quel patrimonio individuale di Bene e di Intelligenza integrati in una visione di servizio alla Vita, in quel momento prerogativa di pochi o tanti, sarebbe assorbito dal DNA della materia vivente umana e diventerebbe patrimonio dell’intera specie. Utopia?
Come ebbe a dire appunto Manzoni, “ai posteri l’ardua sentenza”.

E veniamo al secondo quesito.
Sì, anch’io sono dell’idea che la storia dell’umanità vada riscritta, ma gli elementi oggettivi disponibili per una simile revisione radicale sono ancora pochi e per lo più ignorati o, quanto meno, costretti nella visione paradigmatica della storiografia ufficiale.
La nostra storia, quella basata su testimonianze scritte, fa risalire la “civiltà” per come la intendiamo a non più di sei-settemila anni fa.
E prima?
Nelle decine di migliaia di anni prima, anzi nelle centinaia di migliaia di anni antecedenti, senza voler scomodare i milioni di anni, cosa è accaduto? Impossibile pensare a testimonianze in termini di reperti: cosa mai potrebbe restare dopo periodi di tempo così lunghi. Ogni composto ha una sua curvava temporale di degradazione, lunga fin che si vuole, ma limitata.
Allora, Platone aveva ragione a parlare di Atlantide?
Rispondo nel modo seguente.
Platone aveva appreso di Atlandide dagli Egizi. E degli Egizi tutto si può pensare, ma non che fossero degli sprovveduti.

Ennio Valtergano ha detto...

Errata corrige con precisazione: la "curvava temporale di degradazione" non risponde a un astruso e ostico concetto scientifico ma a un banale errore di battitura. Leggasi perciò "curva temporale di degradazione".
Chiedo venia agli attenti lettori del blog e a Savio in particolare, estimatore raffinato delle curve di ogni genere.

prof ha detto...

Gheddafi è morto, avanti altri Gheddafi. Questo il senso che si coglie nelle immagini di ieri. Quando accanto a un uomo non c'è una donna che lo ama (o non c'è più come nel caso nostrano) curiosamente si assiste all'involuzione e allo sfacelo.
Dietro a ogni grande uomo c'è sempre una donna. Anche dietro una grande donna c'è una Grande Madre. Quando il femmile si ritira il segno dovrebbe preoccupare e invece, preso dall'ambizione divorante, il maschietto va avanti... E cade. Preda di altri maschietti.
Un aspetto che ho da subito apprezzato e condiviso dei libri di Ennio è che abbia colto questo intimo legame, legge naturale che agisce anche tramite donne inconsapevoli.
Una donna che ama è un dono di Natura, nel senso più alto che si possa intendere. Ed è anche misura, perchè l'amore della donna fiorisce fino a quando nell'uomo ci sono senso progettuale e dimensione sociale.
Quando le donne doventano Kapò, quando svaniscono dalla scena politica, quando si ridicolizza il sacro del loro ruolo di tramiti col Divino, lì, allora, è il vero segno della fine imminente, che sia di un uomo o di una cultura. (O anche di una donna che perde il cordone ombelicale interiore).
La vita è Femmina. Non dimentichiamolo.

Ennio Valtergano ha detto...

"Una donna che ama è un dono di natura"... quanta verità, Prof, e, aggiungo, è fra i doni più preziosi che la Natura possa elargire: è solo attraverso l'amore della donna che l'uomo impara innanzi tutto cos'è l'amore e poi, se sa apprezzare il Dono, impara anche ad amare.

emma09 ha detto...

Ho finito di leggere "La fucina del diavolo" e mi sono molto molto arrabbiata. La mentalità maschile è sempre la stessa: afferra dove può e appena può (e non mi riferisco solo a chi si è trovato davanti un'offerta che non ha potuto rifiutare). Ci sono anche gli insospettabili che usano le donne per i loro scopi personali facendo fare la parte delle ruffiane a delle povere ragazze con il mito del signorotto... E non aggiungo altro. Il libro in sé non è male, anzi, ti fa stare con il fiato sospeso e alla fine te lo divori proprio.
Ma resto comunque arrabbiata.

Ennio Valtergano ha detto...

Arrabbiata con me, Emma?... Voglio proprio sperare di no...
Nel secondo romanzo ho voluto denudare una certa mentalità maschile, non solo quella debole, per la quale l'uomo è pronto a svendere la propria dignità alle brame alimentate da un'occasione seducente (non esistono tuttavia offerte cui non si possa opporre rifiuto); mi riferisco anche a quella mentalità che, come tu osservi, induce a considerare la donna come possibile merce di scambio. Se ho ben compreso quale è l'episodio cui ti riferisci, devo dire che, nel caso specifico, interviene l'attenuante di un ravvedimento seppur tardivo, a seguito del quale resta comunque la libertà di Gelinda a fare la sua scelta. Semmai può diventare discutibile il fatto che sia stato io, l'autore, a suggerira la scelta al personaggio in questione e allora la domanda sarebbe questa: un donna si sarebbe mai prestata a una richiesta come quella? Se la risposta - e questa risposta non può che darla una donna - è indiscutibilmente e definitivamente no, vuol dire che come autore ho toppato e, almeno nella finzione del romanzo, ho tradito quella visione del femminile che invece avevo esaltato ne "La Signora del borgo". Ma, mi domando: non vi è né vi è mai stata una donna che non abbia esitato a sacrificare il proprio corpo per raggiungere uno scopo ritenuto giusto?

Prof ha detto...

"...per sé stessa, per i propri comodi, finanche per salvarsi dalla morte non si venderebbe, ma per un altro ecco che si vende! Per una persona cara, adorata, si venderebbe!". Il pezzo viene da "Delitto e castigo" di Fëdor Dostoevskij e dimostra come già altri romanzi hanno rilevato l’idea del dono di sé per il bene dell'altro. Anche nel mondo animale vi sono madri che deviano l’attenzione del predatore su di sé in pro della figliolanza. Il gesto che pone sul piatto della bilancia la propria persona per riscattare quella altrui è atto di generosità estrema che non appartiene solo alla donna. È una questione di opportunità che guida la scelta, ma il sacrificio è sempre fatto per sé stessi e non per l’altro. Anche quando si dà la vita si dà per un’idea, come dimostrano i martiri di ogni tempo. Femminile, invece, anche quando riuscisse a praticarla l’uomo, è l’arte della distrazione, cioà la capacità di giocare con le apparenze per seguire un fine che rimane sotterraneo come un fiume. Lo fece cinematograficamente Benigni in “La vita è bella”, lo fanno milioni di persone nel mondo spronando i figli ad arrivare al giorno dopo anche quando non sembrano esserci speranze di resistere alla guerra, alla fame, alla violenza.
È la forza del filo d’erba che buca l’asfalto. Dove passa? Questo sarebbe un bell’esperimento di fisica...!!!

Ennio Valtergano ha detto...

Puntuale come sempre, ecco Prof pronto a gettare nella piccionaia della discussione un sasso destinato a suscitare non poche riflessioni, sulle quali sarebbe utile sentire innanzi tutto il parere di coloro che sono chiamate in causa e che sono anche le prime ad essere titolate a esprimere un'opinione: le donne.

savio ha detto...

Ennio chiama le donne a dire la loro. Nell’attesa porto l’opinione di mia zia, anziana ma sempre giovane anche se non sa usare il computer. Dice lei: “Chella ca l’aia ‘tu vota, l’alza sempe”.

Ennio Valtergano ha detto...

Caro Savio, non tutti possono catturare il senso di un proverbio napoletano e io stesso, pur conoscendone il significato metaforico (la donna non cambia l'indole che si ritrova), non saprei darne la traduzione letterale. Ci vieni in aiuto?

savio ha detto...

Chi alza (la gonna) una volta la alza sempre. Vuol dire che fra tante soluzioni ognuno cerca quella che gli si adatta meglio e se una pensa che la soluzione ad un bisogno sia alzare la gonna lo farà sempre perché di bisogni ce ne stanno sempre.
Mia zia non è di Napoli centro ma della campagna e a volte non la capisco neanche io: ma la sua logica è perfetta e non ha sbagliato mai.
Buona notte Fucinatore!

Ennio Valtergano ha detto...

Grazie per le preziose delucidazioni e buonanotte anche a te.