Presentazione

Questo spazio, amici lettori, è dedicato a voi.


Nato inizialmente per presentare al pubblico il mio primo romanzo, La signora del borgo
, il blog ha registrato subito le prime recensioni dei lettori e si è arricchito successivamente di molti altri argomenti che non erano soltanto quelli relativi ai temi trattati nel romanzo. Col trascorrere del tempo il blog si è caratterizzato sempre più come uno spazio multitematico, riempito soprattutto dai tantissimi commenti dei frequantatori, alcuni dei quali veri e propri fedelissimi, presenti sin dalla nascita del blog e tutt'ora attivi.

La pubblicazione del secondo romanzo, La fucina del diavolo, anch'esso edito per i tipi di Bastogi, insieme con le immancabili recensioni, ha ulteriormente alimentato i temi di discussione, accentuando il carattere del blog di volersi presentarsi come spazio aperto ma anche con uno stile proprio. Uno stile che lo ha contraddistinto sin dall'inizio e che, per certi versi, lo ha reso unico fra i tanti spazi interattivi presenti nel web: moderazione negli interventi e mantenimento del confronto sul piano delle opinioni.

Tutti coloro che vogliono far sentire la propria voce sono dunque i benvenuti e tutti devono sentirsi liberi di trattare gli argomenti che ritengono possano essere di interesse degli altri partecipanti alla vita del blog. Riservo a me stesso il ruolo di moderatore, ruolo che, per altro e fino a ora, non ha mai avuto motivo di andare oltre l'invito a tenersi nei limiti tracciati dagli stessi frequentatori.

Bene arrivati a tutti, dunque, e fatevi sentire.

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Spizzicando nella quotidianità

9 Settembre 2011 - Pensiero del giorno

La vita è come un aquilone, legato a un filo tenuto dalla mano infantile del fato.


17 febbraio 2012

Il pensiero va a Giordano Bruno, arso in Campo dei Fiori. Da allora si sono spente le fiamme del rogo, ma non quella della libera investigazione sulla natura dell'universo e dell'uomo.


14 marzo 2012

All'essere umano non è dato scegliere se essere o no intelligente, in compenso gli è dato scegliere se comportarsi da stupido.


7 Aprile 2012

Agli amici del blog i miei auguri per un rinnovamento radicale del loro Essere e che questa luna piena di Primavera faccia risorgere in loro, risplendente di nuova luce, la gioia per la Vita nel e per il Bene.

Le interviste a Ennio Valtergano

La Signora del borgo è stata ospite di Container, il programma culturale di Radiogoccioline, la radio web a diffusione globale.

Per riascoltare l'intervista trasmessa da Radiogoccioline clicca qui


Servizio TV sulla presentazione di Reggio Calabria del 28.12.2010

Per gli amici che lo desiderino, è possibile guardare il servizio sulla presentazione del 28.12.2010 a Reggio Calabria.

Il servizio, completo di intervista, è stato trasmesso da ReggioTV nel corso del Telegiornale del 29-12-2010 ore 14.

Per guardare il servizio, entrare nella Home Page di RTV e cercare, dopo aver cliccato nel riquadro "Guarda il telegiornale", il tg del 29-12-2010 ore 14. Servizio TV sulla presentazione di Reggio Calabria del 28.12.2010

Leggi l'intervista all'autore e la recensione al romanzo pubblicate l'8 marzo 2011 sulla rivista on-line Mondo Rosa Shokking , a cura di Carlotta Pistone

http://www.mondorosashokking.com/Morsi-Dal-Talento/Intervista-a-Ennio-Valtergano/


http://www.mondorosashokking.com/Dalla-Libreria-Rosa-Shokking/La-Signora-del-borgo-di-Ennio-Valtergano/


Una nuova intervista è stata pubblicata al link sottostante

http://www.ilpiacerediscrivere.it/intervista-ad-ennio-valtergano/



giovedì 1 ottobre 2009

La signora del borgo: i personaggi del romanzo

Cari amici, vi presento i personaggi principali del romanzo.
Li tratteggerò appena, in modo da non privarvi del piacere di scoprirli da voi stessi poco alla volta, per come appaiono, si strutturano e crescono nel corso della narrazione. Considerate che i personaggi sono vivi, quindi sono soggetti a mutare in funzione delle vicende che attraversano. Per alcuni di loro quelle stesse vicende fanno da cavatappi: fanno saltare il turacciolo della vernice di facciata e così la natura vera, quella profonda e nascosta sotto la maschera quotidiana e condivisa con le altre maschere sociali, si manifesta per quella che è, in un senso o nell’altro.

Comincio da Giselle, la protagonista.
Si tratta di una ragazza di umili origini, ma con la fortuna di possedere un minimo di istruzione che le è stata trasmessa dalla nonna. Giselle appartiene a una famiglia di artigiani che fabbrica cesti e cose simili. Non disdegna il lavoro, ma avverte impellente l’impulso a dare un senso diverso alla propria esistenza e sente che la sua vita punta in altra direzione. L’incontro con Eliside, che avviene in circostanze drammatiche, è determinante. Da quel momento la giovane si avvia lungo la direttrice che la porterà verso il proprio destino, quello che lei stessa ha voluto in qualche modo coagulare con la determinazione del carattere e la consapevolezza delle scelte.

Eliside è “la Signora”. Di lei si sa poco o nulla. La gente del borgo va raccontando che sia dotata di poteri sovrannaturali. Fatto sta che certi suoi interventi a favore di chi soffre appaiono straordinari, per non dire miracolosi. È una donna senza età e senza tempo. Ma è veramente soltanto una donna? Per il modo silenzioso e fattivo che dimostra nel determinare il corso degli eventi si direbbe una “tessitrice”: sembrerebbe infatti che l’ordito e la trama degli avvenimenti intrecciati sul telaio della vita le siano noti sin negli interstizi più reconditi e imperscrutabili, là dove lo sguardo dell’uomo comune non è in grado di arrivare…

Cecco Tolomei è un giovane studente di medicina. Figlio del notaio della cittadella, è spensierato e simpatico. L’incontro con Giselle segnerà un punto di svolta inaspettato: da quel momento la traiettoria della sua vita e quella della vita della giovane paiono accomunati da un identico disegno che passa attraverso i tenebrosi meandri delle passioni umane.

Corinda dei Baldi Contini è la madre di Cecco. Soggetta alla figura imponente e per certi versi oppressiva del marito, il notaio Ugo Tolomei, vive la condizione di donna e il ruolo di moglie in ossequio alle regole e alle aspettative della società del tempo. Fino a quando…

Lucrezia Zanghi, amica di Eliside e poi di Giselle è una donna emancipata, dallo spirito libero e indipendente. Vivace, intelligente e pronta, non fa venire meno il proprio sostegno ogni volta che le circostanze lo richiedono.

Claretta è l’amica d’infanzia di Giselle, dalla quale la separa il carattere diametralmente opposto, così come è opposta la visione che ha dell’esistenza e dello scopo della vita. Si direbbe una ragazza comune, se non fosse che comuni le vicende attraversate dall’amica Giselle non lo siano affatto. E le vicende di un’amica d’infanzia non possono non toccarla…

Uberto è il fratello “difficile” di Giselle. Più che gli incontri, nel suo caso diventano determinanti le circostanze, che lo portano a giocare un ruolo centrale manovrato dalle forze insondabili generate dall’intersezione delle traiettorie individuali.

Don Costanzo Guiderdini è il magistrato della cittadella. Odia insetti e ragni, verso i quali nutre una vera e propria avversione. Chiamato a investigare su una lunga e misteriosa catena di delitti che insanguinano le contrade governate dal signore della cittadella, si trova di fronte a sviluppi impensati e travolgenti.

Sua Grazia è il signore della cittadella. Resta senza nome per l’intera durata del romanzo (forse ne avrà uno in seguito?). Convinto assertore della giustizia, è costretto a districarsi fra ragioni di opportunità politica (la cittadella si trova in un punto imprecisato fra l’Umbria e la Marca Anconetana, entrambe sotto il dominio della Chiesa) e piccole miserie umane. È un personaggio destinato a crescere…

Capitan Sparviero è il capitano delle guardie della cittadella. Il nomignolo gli viene dalla particolare espressione del viso, che ricorda quella di un uccello rapace. Il suo modo di fare è rude, da buon militare; tuttavia è leale e fidato. Anche per lui diventa impossibile opporsi alla forza delle vicende, così è spinto a passare dalle lenzuola del letto di Gelinda (insolita figura di donna di piacere), alle incombenze che gli derivano dal ruolo.

Don Tonino è il curato cui sono state affidate le anime degli abitanti del borgo e dei contadini del fondovalle. Ormai piuttosto avanti negli anni, vorrebbe vivere in tranquillità gli ultimi scampoli di esistenza; sennonché, l’imprevedibilità della vita lo costringe, quando meno se lo aspetta, a portare sulle spalle un pesante fardello.

Anselmo da Sassoferrato è l’inquisitore. Figura indecifrabile, ha i propri inamovibili riferimenti nella certezza della fede e nella forza del diritto. Per lui l’incontro con Giselle è sconvolgente: il frate si rende conto, drammaticamente, che il significato della propria esistenza è appeso al filo di un giudizio…

Questi, cari amici, i personaggi centrali del romanzo. Ma ve ne sono molti, molti altri che incontrerete nel corso della lettura. Per ragioni di spazio e per non abusare più del dovuto della vostra pazienza sono costretto a fermarmi a “quella sporca dozzina”, procurando così un torto a quelli che, come il vescovo (Sua Eminenza), Mastro Ricuccio, l’ebanista del borgo, la Gorgona e Flora, detenute nelle prigioni della cittadella, e altri avrebbero ben meritato un pizzico di attenzione.

A presto, dunque. Sono impaziente di leggere i vostri commenti.

36 commenti:

Tranquilla7 ha detto...

Che belli! Sono sempre più curiosa di leggere questo romanzo... Ma è un giallo e non un romanzo rosa come sembrava! O forse è un giallo-rosa: in che genere ti inseriresti? E quali fra queste donne sono tormentate dalla storia?

Emma2009 ha detto...

Caro Ennio, a differenza di quanto scrive esmeralda non trovo nulla di strano nel fatto che tu abbia voluto dar voce a un personaggio femminile: molti grandi autori l'hanno fatto ben prima di te. Siamo dunque di fronte a un Flaubert del nuovo millennio che conclude il romanzo dicendo "Giselle c'est moi"?

il cavaliere ha detto...

Oramai il tuo blog è in pieno sviluppo!Pure i personaggi ci hai aggiunto!!!Tu hai messo il nome della proagonista:Giselle...manon quello dell'antagonista.Chi è?

Pigi92 ha detto...

Caro Ennio, anch'io sono considerato un fratello "difficile" almeno da mia sorella anche se poi ce l'ho sempre addosso. Bella la serie dei personaggi, ma che vuol dire "forze insondabili generate dall’intersezione delle traiettorie individuali"? Sarà che non sono una cima in queste faccende ma non l'ho proprio capito.

Ennio Valtergano ha detto...

Per Tranquilla7: diciamo che si tratta di una sorta di thriller, anche se non è quello l'aspetto prevalente della narrazione. Come ho già detto, le vicende si intrecciano con i percorsi personali e la violenza segna purtroppo con cadenza pressoché costante le vicende della vita, senza necessariamente aggiungere i tormenti della storia. A proposito, non vorrei che che questa faccenda dei tormenti diventasse un... tormentone!
Un simpatico ciao.

Per Emma09: non pretendo di essere un novello Flaubert. Semmai, sarei molto contento se tutte le lettrici alla fine del romanzo dicessero convinte: "Giselle c'est moi"

Per Il Cavaliere: l'antagonista c'è ma non si vede. In realtà il vero antagonista è rappresentato dall'ignoranza e dalla bassezza delle pulsioni umane. Ma di nuovo, non voglio anticipare.

Ennio Valtergano ha detto...

Per pigi92.
Scusa se non sono stato chiaro: voglio dire che ogni traiettoria di vita segue il suo corso. Tuttavia può accadere che quando due o più di esse si incontrano, e non in modo effimero, a priori non si può prevedere quali dinamismi scaturiranno dalle interazioni cui daranno corso gli esseri che quelle traiettorie incarnano. Parlo di forze in questo senso.
Sono stato più comprensibile? Spero proprio di sì.
Fatti risentire.

Monella Rock ha detto...

Ciao Ennio. Mi piacerebbe sapere perché un torinese di origine partenopea ambienta il proprio romanzo nelle Marche: anche la Campania è una terra densa di miti e suggestioni e Torino è considerata 'città magica' per eccellenza: dunque perché questo amore per i Sibillini? E' la donna che ti ha sfidato a non scrivere da maschio che appartiene alle terre della Sibilla?

cico883 ha detto...

Nel tuo profilo hai dimenticato di mettere che ti piacciono i western: quella sporca dozzina ti ha tradito. Allora perché non fare un bel romanzo d'avventura anziché uno stile Harmony?

Ennio Valtergano ha detto...

Per monella rock.
Quando si scrive un romanzo non penso proprio che si sia mossi da ragioni "geopolitiche". Nel caso specifico, "La signora del borgo" ha tratto ispirazione dall'esigenza di descrivere un percorso; la contestualizzazione (storica e geografica) è venuta dopo e in questo ha giocato un ruolo notevole il mix di suggestioni prodotto dalla bellezza del territorio, dal contatto che si è stabilito con esso e con le genti che lo vivono, dalla forza dei miti e delle tradizioni del luogo e, non ultimo in ordine di importanza, dalla figura della leggendaria Sibilla appenninica.
La donna che mi ha sfidato a non scrivere da maschio non è una donna in carne e ossa, anche se quella in carne e ossa ne è stata probabilmente veicolo inconsapevole. E poi, sono convinto che ogni donna che sappia riconoscersi nel Grande Mistero della Natura e della Vita sia in qualche modo "sibillina".

Per Cico883:
Devo dirti che mi piacciono anche i babbà, ma non per questo mi passerebbe mai per la testa di scrivere un libro su Saint Honoré...
Mi spieghi, poi, da dove ti salta in mente che si tratti di un genere Harmony?

Gioele ha detto...

Ho fatto fatica a trovarti perché su Google non ci sei più. Ho visto ieri che nei tuoi personaggi c'è Mastro Ricuccio ma non dici niente di lui. Pure mio padre si chiama Ricuccio e faceva l'operaio ma adesso è disoccupato. Cosa faceva un disoccupato nel Rinascimento?

Ennio Valtergano ha detto...

Per Gioele.
Cosa faceva un disoccupato nel Rinascimento?
Probabilmente quello che fa un disoccupato oggi: niente.
Scherzi a parte, mi dispiace per tuo padre e gli auguro di ritrovare presto un'occupazione. Immagino che nel caso di tuo padre il nome sia il troncamento di Enricuccio, diminutivo di Enrico. O no?

Nonna Scera ha detto...

Caro Ennio, mi permetto di entrare anch'io nella tua casa-blog, un pò spinta da mia nipote (che ti ha già scritto) un pò perché ho letto la carta di identità dei tuoi personaggi e li ho trovati abbastanza intriganti. devo dirti che non sono una lettrice accanita di romanzi ma gusto volentieri qualche opera classica ben fatta e anche qualche nuova produzione a sfondo storico. Mi piace, fra tutte le tue creazioni, la "maschera" di Lucrezia Zanghi: mi pare l'unico personaggio 'solare' fra tanti tormenti. Ma forse sbaglio... Comunque i migliori auguri a te e alla tua "Signora del borgo".

tornado scombinato ha detto...

Buongiorno a tutti...o forse è meglio dire buonasera considerata l'ora.Ennio,i tuoi sono attacchi di filosofia in piena regola!E nonna scera...così fai pubblicità di un autore nel blog di un altro scrittore;povero Ennio!!
Grazie a tutti per aver accettato la mia suberante entrata.

SALVO ha detto...

SEI SIBILLINO NELLE TUE AFFERMAZIONI QUANDO DICI -CHISSà CHE NON VI DIANO ASCOLTO - E ANCHE DI SUA GRAZIA CHE è DESTINATO A CRESCERE. COSA SOTTINTENDI' MI CHIEDO CON VIVO INTERESSE ANCHE SE NON RIESCO A TROVARE COME TOGLIERE LA MAIUSCOLA IN QUESTA TASTIERA. CIAO ENIO.

Ennio Valtergano ha detto...

A Nonna Scera, grazie per gli auguri.

A Tornado scombinato... mi pare che la tua esuberanza ti abbia confuso qualche riferimento (non te la prendere, te lo dico con simpatia sincera) e francamente non vedo come nonna scera abbia fatto pubblicità a un altro e, nel caso, la cosa non mi darebbe il minimo fastidio, ci puoi scommettere...
Quanto poi agli "attacchi" di filosofia vorrei prendere il termine per il suo significato musicale; in tal caso preciso che le battute introduttive a quel che dico, anche se possono apparire talvolta come "filosofia", scaturiscono dal mio modo di essere: sono fatto così.
Spero di risentirti, qualche dose misurata di fermento vivacizza il dialogo, non credi?

Per Salvo
Certo che sono sibillino! Però tieni conto di questo: i personaggi letterari hanno una strana caratteristica e una volta che sono stati creati tendono a vivere di vita propria; soprattutto non intendono mollare la scena e spesso l'autore è costretto a stargli dietro. Lo stesso vale per Sua Grazia, a cui forse restare senza nome non gli va proprio e magari aspetta l'occasione per farsi vedere un po' di più. Chissà...

Chilipepper ha detto...

Una parente della ragazza di un amico mio è dispersa nell’alluvione di Messina. Se penso a come stava oggi questa ragazza mi monta dentro una rabbia che non so dire. Tu che hai fatto ricerca storica, sa anche qualcosa della Sicilia nel Rinascimento? Sai se questo disboscamento selvaggio lo permettevano anche allora o era diverso? I tuoi personaggi hanno l’aria di saperla lunga, specialmente quel Don Costanzo Guiderdoni.

Francesco ha detto...

Il cestaio è un antico mestiere che ti costringe a stare in ginocchio e con la schiena curva ma, nonostante la mia laurea, credo sia il mestiere che farò. Era il mestiere di mio padre, anche se sta sparendo e i nostri pezzi sono più oggetti di lusso comprati dai negozi che dei paesani. Quelli che tu hai chiamato ‘cose simili’ per Virgilio erano cari a Minerva: ma ti sono grato per aver ricordato, seppure in un romanzo, un po’ delle radici della mia terra, così ricca di tesori ma anche di lavoro e di arte dimenticati.

Ennio Valtergano ha detto...

Per chilipepper
Sono stato impressionato come tanti dalla tragedia che ha colpito Messina e auguro alla ragazza del tuo amico che tutto si risolva per il meglio.
La conoscenza storica che ho della Sicilia del Cinquecento non è molto solida, però credo che il disboscamento, lì come altrove, si limitasse alla stretta necessità. A proposito, tra non molto aprirò su questo blog una nuova sezione dedicata proprio al periodo storico coperto dalle vicende narrate nel romanzo, con particolare riferimento ai territori del centro Italia.
Una piccola correzione: il magistrato si chiama Guiderdini e non Guiderdoni (una curiosità: i guiderdoni rappresentavano la ricompensa, o giusta mercede, per le prestazioni effettuate).

Per Francesco
La scelta di garantire la continuità di tradizioni artigianali che vanno scomparendo è davvero encomiabile. Hai tutta la mia simpatia.
A proposito grazie per l'informazione di carattere storico-mitologico che mi era del tutto sconosciuta.

Tappetovolante ha detto...

Ho letto con attenzione il tuo profilo e degli studi di antropologia e sociologia che hai fatto. Poi ho guardato la tua caricatura su facebook (perché è una caricatura, vero?) e mi sono detta che tu non vuoi essere un volto ma una voce: libera come l'aria di viaggiare, di scoprire e di scrostare se è il caso anche in noi, tuoi potenziali lettori, "la vernice di facciata per comunicare con la natura vera, profonda e nascosta sotto la maschera quotidiana e condivisa con le altre maschere sociali".
Sei mitico Valtergano...!
Se il tuo libro è come te sarà una bomba editoriale.

Ennio Valtergano ha detto...

Sì, è una caricatura, mentre per il resto... hai detto tutto tu.

Anonimo ha detto...

Ciao Ennio, sono Beppe e trovo la scuola una gran... Una noia. Ecco, tu che sei scrittore me lo sai scrivere cosa ci può essere di fortuna nell'istruzione come dici tu di Gisella? Ciao e buon lavoro (non ti offendi se ti do del tu vero?)

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Beppe,
la fortuna dell'istruzione la scoprirai quando ti servirà e non potrai più farne a meno. Per ora pazienta e studia, studia tutto con lo stesso impegno, perché oggi non puoi sapere cosa la vita ti chiederà domani.
Giselle - e non Gisella, come scrivi tu - utilizza nel modo migliore quel poco di sapere che aveva appreso dalla nonna (che si chiamava Giselle come lei ed era figlia di uno scudiero arrivato in Italia al seguito di un cavaliere francese) e quello molto più importante che le verrà invece trasmesso da Eliside.
Ciao.

carlomagno ha detto...

ciao Ennio. dalla "caricatura" o maschera come la chiami tu mi viene in mente di assimilarti ad uno dei personaggi del tuo romanzo: quell'aria truce e indagatrice darebbe il volto ad Anselmo da Sassoferrato, l'inquisitore; "lodevole" istituzione il cui motto, come tu ben saprai era: Quattro Santi in padella.Anch'io cerco di ridare vita all'artigianato che va scomparendo: infatti, a sessant'anni ho scoperto il piacere di lavorare il cuoio; chissà, forse in un'altra vita ero un sellaio, e magari ho costruito qualche capo di abbigliamento per i tuoi personaggi.Sono in attesa di vedere Don Costanzo Guiderdini alle prese con ragni e quant'altro. Ciao

Ennio Valtergano ha detto...

Per carlomagno
Dolente di doverti deludere (do-di-do-de, ecco una cosa che uno scrittore dovrebbe evitare), ma la descrizione dell'inquisitore non corrisponde all'immagine della mia maschera.
Che tu in un'altra vita facessi il sellaio o il maniscalco poco importa; è bello invece scoprire che a qualunque età ci si può inventare qualcosa di nuovo: La creatività in atto è la chiave per mantenersi eternamente giovani. D'altra parte è risaputo che lo spirito non invecchia e quando si è capaci di rinnovarsi vuol dire che l'azione dello spirito è diventato prevalente su quella della materia. O no?

Rosaria ha detto...

Valtergano non sembra un cognome partenopeo: di dove sei Ennio?

Ennio Valtergano ha detto...

Per Rosaria
Benvenuta nel blog, anzi, per come arrivi dovrei dire: ben saltata nel blog!
Sto scherzando, ovviamente. Nel profilo è detto chiaramente che sono di origine partenopea: da che mondo è mondo i cognomi se ne sono andati sempre un po' a giro, non ti pare?

Rosaria ha detto...

Ciao Ennio, sono quella che è saltata nel blog. Ho letto solo stamattina tutti i post di ieri nella sezione della storia e mi è venuto il dubbio di non aver letto bene i personaggi... Forse c'è qualcuno che ti scrive che ha già letto il tuo romanzo in anteprima (?!?) ma io credo che quello che dà un senso alla propria esistenza sia proprio fare qualcosa per gli altri. Da due anni faccio volontariato ed è una cosa bellissima dedicarsi a chi non può fare e non può muoversi perché è malato o solo perché è vecchio: si impara tanto dagli occhi e dal cuore di un altro e si fa propria anche un'esperienza che non ci toccherebbe e che invece ci viene regalata. Ecco io credo che noi donne forse abbiamo più sensibilità per queste cose anche se ho tanti amici che fanno volontariato pure loro e sono delle persone stupende.
Spero di leggerti presto e di vedere come la tua Giselle ha dato un senso alla sua vita e, da lì, sapere dalle tue vive righe come intendi tu il senso della vita. Buona settimana a tutti i postatori.

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Rosaria, è vero che sei saltata nel blog, ma sei atterrata sul morbido...
Bello il tuo intervento; chi si dedica agli altri, alla fine si trova a doverli ringraziare per quello che riceve più per quello che dà.
Nessuno, a parte il mio Editore, ha avuto modo di leggere in anteprima il romanzo. Se così ti è parso da qualche intervento, beh, cosa vuoi: talvolta si fanno i salti nel buio credendo di vedere qualcosa che non c'è. Salti che, chi come te ha letto con attenzione la presentazione dei personaggi e, credo, anche i pochi cenni alla storia del periodo, sicuramente evita di fare. Comunque sono convinto che ogni manifestazione di sé abbia alle spalle una storia che, nell'impossibilità di essere compresa per l'assenza di elementi oggettive, va rispettata a priori. E poi, se si riesce ad andare al di là della forma, resta la sostanza che scaturisce dalle contrapposizioni: un allargamento della visuale e, quando va bene, anche un po' di chiarezza in più.
Tra l'altro, avevo promesso un post che non ho ancora avuto il tempo di redigere: sono stato impegnato nella revisione delle seconde bozze. Questo vuol dire che il momento della stampa è sempre più vicino...
A presto.

Cristina ha detto...

Ti sono venuta a trovare e ho letto i personaggi. In uno di questi che è capitan Sparviero, c'è una frase che proprio non ho capito: potresti spiegarmela per favore? "Per lui diventa impossibile opporsi alla forza delle vicende, così è spinto a passare dalle lenzuola del letto di Gelinda (insolita figura di donna di piacere), alle incombenze che gli derivano dal ruolo. "
Domani, se ho tempo dopo i compiti che sono indietro vado a leggere anche un pò del resto.Ciao.

Ennio Valtergano ha detto...

Ciao Cristina, scusa se ti rispondo con ritardo.
Sparviero è preso tra i doveri di capo delle guardie e i piaceri del letto, che si trova a dover abbandonare quando è chiamato dalle circostanze ad assolvere ai propri compiti.
Spero sia più chiaro.
Ciao

Lisa ha detto...

Ho seguito l’indirizzo del tuo bigliettino e ho cercato di conoscerti dai post che scrivi e ricevi e dai tuoi personaggi. Tu scrivi di Giselle « sente che la sua vita punta in altra direzione ». Sapessi quante volte mi è successo! Ma devi sapere caro Ennio che la donna non riesce a separare la « sua vita » dalla vita di chi le sta intorno. Stai bene se stanno bene tuo padre, tua madre, tuo marito, i tuoi figli e, nei casi più altruisti, se sta bene la tua comunità o addirittura il mondo. Quella che tu chiami determinazione del carattere è, molto spesso, solo egoismo. Proprio l’egoismo rende vincitori gli uomini nel privato e sul lavoro perché non esitano a sacrificare in un attimo solidarietà e affetti per deporre il fiore dei loro anni ai piedi di un’ambizione mascherata da necessità o addirittura da generosità. E le donne che fanno carriera oggi la fanno accettando di inaridirsi come un uomo ma con una tristezza mille volte più grande perché loro sanno cosa perdono mentre l’uomo, che spesso non perde nulla, comunque non lo sa.
Facile scegliere uando ci sono altri che tappano i buchi che tu lasci scoperti o si aggravano del peso che tu hai scaricato! Quanto poi al « non disdegna il lavoro »… Ci sarebbe da fare un romanzo, tanto per rimanere in tema. Caro Ennio, lo sai che per tanti il lavoro NON è una scelta ma una necessità? E lo sai che le donne lavorano il doppio degli uomini perché quando tornano a casa è ora di un’altra giornata?

Ennio Valtergano ha detto...

Per Lisa.
Perbacco, quanta foga!
Condivido senza riserve quello che dici, anche sulla quantità di lavoro che una donna generalmente porta avanti rispetto a un uomo. So anche che di norma si lavora per necessità e non per hobby, ma non sempre la determinazione della volontà è un'indicazione di egoismo. Dipende dalla finalità che si associa alla direzione cui è rivolta la forza di volontà.
Ti prego tuttavia di non generalizzare: che gli uomini inaridiscano per perseguire ambizioni comunque camuffate è vero, ma non è vero per tutti. E credo che lo stesso valga per le donne. L'importante è conoscere la natura vera delle proprie scelte, senza nascondersi dietro il paravento ipocrita di alibi di comodo.
Fatti risentire: i tuoi commenti sono stimolanti.
A proposito, se leggerai il romanzo forse scoprirai che Giselle non è come può apparire da una presentazione stringata.
Di nuovo ciao.

Sibilla ha detto...

Voglio rispondere a Lisa che, forse ha una visione un tantino angelicata delle donne. L'Amministratore Delegato (donna) di una nota ditta di cosmetici che chiameremo XXX, quando si sposò disse le seguenti parole: "Comunque, il mio primo matrimonio è con XXX". Questo per significarti quanto le donne stiano cambiando (non sempre in meglio) rispetto alla tua visione della manager triste. Quanto poi alla solidarietà e agli affetti... Beh, potrei citarti diversi casi che degli affetti si interessano solo nella misura in cui vedono accresciuto il proprio ascendente, di là da tutte le dichiarazioni di martire-per-la-casa-e-i-figli.
Non che non ti capisca ma occorre avere l'onestà di riconoscere che la donna ha la stessa paura di non essere considerata che ha l'uomo ma, probabilmente, la manifesta in modo diverso.
Giselle è grande se riconosce la responsabilità primaria della propria esistenza e accetta il rischio di essere sola. Aspettiamo tutti l'uscita del romanzo per confrontarci sulle scelte che fa e la direzione che prende.

Cristina ha detto...

Ma i piaceri del letto sono dormire o fare sesso?

Ennio Valtergano ha detto...

Dipende dall'età e... dalla compagnia.
Nel caso di Sparviero si stratta sicuramente di sesso, anche perché il poveretto non riesce quasi mai a dormire.
Ciao, sei davvero spiritosa.

Anonimo ha detto...

Ciao ennio, holetto il libro e mi è piaciuto molto.
Ogni personaggio del tuo romanzo ha un suo fascino, intrigante o meno.
Giselle ed Eliside, due donne dalla tempra e carattere invidiabile e direi veramente d'altri tempi, sia per come conducono la loro vita sia per come si comportano verso gli altri. Una riserva infinita di altruismo e amore.
Cecco, ragazzo che è innamorato ma è tenace.
Don Costanzo, vomitevolmente infimo e odioso quanto la Gorgona.
Il notaio Tolomei, ritratto della più spregevole categoriaumana.
Uberto, provero ragazzo, porvero ragazzo.
Don Tonino, anziano curato che si liberadue voltedi un pesante segreto ma che poi sparisce. Dove è finito.
Corinda, madre interessata economicamente del futuro del figlio ma che si ravvede di fronte all'amore del figlio per Giselle una volta che l'ha conosciuta.
Ed Eliside, chi è Eliside, dove è finita? Il suo personaggio mi incuriosisce perciò spero di ritrovarla presto.
Una storia e un incredibile intreccio appassionante, veramente appassionante.
LIZLIBBIE